Petite Vengeance / Roberto Ottaviano

Mercoledì 24 Giugno 2015
h. 21:00
Petite Vengeance / Roberto Ottaviano

Una produzione Musica per Roma e Associazione Culturale Teatro dell'Ascolto
In collaborazione con MIBACT (Direzione Generale spettacolo dal Vivo), Roma, Città metropolitana di Roma Capitale, MIUR-AFAM (Direzione Generale per l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica), Ministero della Cultura Francese, SIAE, Comune di Trevignano Romano, AJC, FCM, Conservatorio di Santa Cecilia, Puglia Sounds, SACEM, ADAMI, La culture avec copiee privée, CNV, Jazz Migration

PETITE VENGEANCE
Quando due pilastri del collettivo Vibrants Défricheurs e del famoso gruppo Papanosh (vincitore Jazzmigration 2013 e “produttore-allevatore" di un jazz frizzante, contemporaneo e contaminato!) decidono di suonare in duo, impressiona da matti! Petite Vengeance, ovvero la riproposizione dell’emozionante energia e degli strambi collages del rimpianto Clusone Trio (Bennink, Reiseger, Moore), è Johnny Cash scherzosamente rivisitato da Ornette Coleman, è Bernard Lubat che incrocia Raymond Scott (Tex Avery!) nonché la rilettura di ritornelli squillanti di western immaginari, è Sitting Bull che ride mentre legge Tintin, è il jazz contemporaneo, burlesco e pazzo, interpretato da due studenti vincitori di primi premi al Conservatorio!

ROBERTO OTTAVIANO
I musicisti chiamati a raccolta intorno a questo progetto hanno tutti una insaziabile voglia di conoscere e giocare con i suoni. Ma attenzione non è un gioco fine a se stesso. Si tratta invece della cosa più seria al mondo. Un gioco in cui si scommette la propria esistenza con la propria fede, le emozioni, i valori e i sogni. Il jazz diventa qui il “pennello” veloce con cui rappresentare paesaggi e storie immaginarie, i colori sono un’infinita tavolozza costituita da tutte le musiche che amiamo profondamente, raccolte in viaggi reali e immaginari, che rappresentano ancora oggi, e nonostante tutto, l’idea di un messaggio nella bottiglia. Ecco come si compone Pinturas, un affresco dinamico e proiettato verso il futuro ma tuttavia profondamente radicato nell’archetipo del Sud.