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L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è una delle più antiche istituzioni musicali al mondo. Fondata ufficialmente nel 1585 e trasformatasi nei secoli da sodalizio di musicisti di valenza “locale” a moderna accademia ed ente concertistico sinfonico di fama internazionale, unisce un corpo accademico composto di circa 100 membri fra i più illustri esponenti della cultura e dell’arte musicale a un’orchestra e un coro sinfonici fra i più accreditati in campo internazionale, svolge attività di alta formazione musicale e conserva un patrimonio storico ricchissimo, riflesso della sua storia plurisecolare.
Sua prima sede fu la chiesa di Santa Maria ad Martires, più nota come Pantheon. Successivamente la Congregazione cambiò ben sei differenti sedi ecclesiastiche, dal Pantheon (1585-1622) a San Paolino alla Colonna (1622-52), da Santa Cecilia in Trastevere (1652-61) a San Nicola dei Cesarini (1661-1663) alla Chiesa della Maddalena (1663-85). Il sodalizio si era andato formando già a metà degli anni ’70 del Cinquecento, sulla spinta di un gruppo di musicisti che riuniva i più importanti compositori dell’epoca attivi a Roma, fra i quali spiccano i nomi di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Luca Marenzio, gli Anerio, i Nanino.
Con l’elezione (1830) di Luigi Rossi alla carica di segretario della Congregazione ha inizio una periodo di profonda trasformazione, da sodalizio di categoria a vera e propria Accademia di valenza internazionale. Deciso ad aprire le fila dei soci a categorie fino ad allora escluse (poeti, danzatori, musicologi-filologi, costruttori di strumenti musicali, editori e perfino regnanti ed ambasciatori in qualità di mecenati) e grazie alla collaborazione con Gaspare Spontini, a Roma fra il 1839 e il 1840, Rossi varò una profonda riforma dello Statuto, trasformando la Congregazione dapprima in Congregazione ed Accademia (1838), poi in Pontificia Accademia. Furono iscritti in quel periodo tutti i maggiori esponenti del mondo musicale europeo, in qualità di soci onorari, fra gli altri: Cherubini, Morlacchi, Mercadante, Donizetti, Mayr, Rossini, Pacini, Paer, Paganini, Spohr, Auber, Adam, Baillot, Liszt, Cramer, Thalberg, Czerny, Moscheles, Mendelssohn, Berlioz, Thomas, Halévy, Gounod, Meyerbeer, le danzatrici Maria Taglioni, Fanny Cerrito, l’attrice Adelaide Ristori, i librettisti Jacopo Ferretti e Carlo Pepoli. Fra i regnanti, la Regina Vittoria d’Inghilterra con il marito Alberto, Gugliemo IV di Prussia e la moglie, Elisabetta Luigia, i sovrani di Napoli, Ferdinando II e la moglie, Maria Teresa Isabella d’Austria.
A partire dall’unità d’Italia, nuove e diverse peregrinazioni attendevano la Regia Accademia di Santa Cecilia, alla ricerca di una sede idonea per la nascente attività concertistica focalizzata nel repertorio sinfonico, cameristico e corale, concretizzatasi a partire dal 1895 con la fondazione di un coro e un’orchestra stabili, e di regolari stagioni concertistiche fino ad oggi. E se gli uffici, in un primo tempo ospitati nel “Ferro di cavallo” a Via di Ripetta insieme a quelli dell’Accademia Filarmonica Romana e di altre istituzioni, trovarono ben presto una sede definitiva nell’ex Convento delle Orsoline a Via Vittoria, per i concerti si passò dalla Sala Accademica (1895-1908) all’Augusteo (1908-1936), al teatro Adriano (1936-1946).
In pochi anni l’Accademia è passata attraverso ulteriori, profonde trasformazioni, sotto l’impulso datole dal sostegno del governo sabaudo e dalla presidenza (1895-1947) di Enrico di San Martino, figura leader nella politica culturale e dello spettacolo fra fine Ottocento e prima metà del Novecento, a livello nazionale e internazionale. Istituiti il Liceo musicale di Santa Cecilia – poi Conservatorio – la biblioteca e i corsi di alto perfezionamento musicale, la Regia scuola recitazione “Eleonora Duse” – poi Accademia Nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico” – e la Scuola nazionale poi Centro sperimentale di cinematografia grazie a una sorta di delega per le arti performative ottenuta dal governo a livello nazionale, potenziate e consolidate le stagioni concertistiche con le compagini artistiche stabili e un largo numero di abbonati, l’Accademia ha finito per assumere una fisionomia unica nel suo genere, che ancora oggi conserva anche dopo aver reciso i legami con molti degli enti e scuole a suo tempo fondati.
Con il dopoguerra comincia per l’Accademia – ormai Nazionale – un periodo nuovo, caratterizzato dal cambio al vertice: al Conte di San Martino (scomparso nel 1947) succederanno Ildebrando Pizzetti, poi Alessandro Bustini, Renzo Silvestri, Guido Guerrini, Renato Fasano, Mario Zafred, Francesco Siciliani, Bruno Cagli, Luciano Berio, Bruno Cagli e Michele dall’Ongaro. La sede dei concerti – problema dominante – viene dapprima fissata al teatro Argentina (1946-1958), in attesa dell’esito del concorso di architettura (1952-54) che dovrebbe risolvere l’annosa questione. Fallito il concorso, sarà dalla stagione 1958-59 l’Auditorio Pio di Via della Conciliazione ad ospitare i concerti ceciliani, fino alla fine del secolo.
Dal 2003 ad oggi, la sede della Stagione dei Concerti è all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.
Solo esempio fra le accademie italiane di origine rinascimentale ad aver assunto la fisionomia di un’azienda moderna e produttiva, l’Accademia attuale, diventata fondazione dal 1998, affianca ad un corpo accademico costituito da 70 membri effettivi e 30 onorari, nel quale figurano i maggiori musicisti italiani e stranieri, un’orchestra e un coro sinfonici noti e apprezzati in tutto il mondo. Unisce quindi ad un’attività di promozione della cultura e del patrimonio musicale, una tradizione didattica di altissimo livello e soprattutto una attività concertistica di fama internazionale in continua espansione.
Nel 1939 l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia vede riconosciuto ufficialmente il suo ruolo dell’alta formazione musicale con una legge istitutiva dei Corsi di Perfezionamento. Da allora si sono succeduti in cattedra prestigiosi docenti (ricordiamo, fra gli altri, Alfredo Casella, Franco Ferrara, Bernardino Molinari, Goffredo Petrassi, Azio Corghi, Ivan Fedele; Benedetto Lupo) e numerosi allievi (tra cui Daniel Barenboim, Carlo Maria Giulini, Guido Turchi, Roman Vlad) hanno qui avviato prestigiose carriere.
Il patrimonio storico, completamente riordinato e catalogato secondo le più moderne tecnologie, è stato trasferito a partire dal febbraio 2005 nella nuova bibliomediateca, uno spazio dedicato per lo studio e la consultazione di libri, partiture, spartiti, manoscritti, periodici, fotografie, documenti, registrazioni e altri materiali. Nel 2008 è stato inaugurato il MUSA, il Museo di Strumenti Musicali dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che possiede una delle principali collezioni italiane di strumenti, tra cui spicca per qualità della fattura e importanza storica il violino “Toscano” costruito da Antonio Stradivari nel 1690. Tutti i pezzi più pregiati sono visibili nella galleria espositiva.