Progettato da Renzo Piano e gestito dalla Fondazione Musica per Roma, l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone rappresenta il più importante intervento urbanistico e culturale realizzato a Roma dagli anni Sessanta. La straordinaria struttura sorge a pochi minuti dal centro storico, tra le rive del fiume Tevere, la collina del quartiere Parioli e il Villaggio Olimpico. Una sofisticata architettura musicale, un grande complesso polivalente in grado di soddisfare le esigenze di pubblici diversi, coniugando qualità e spettacolo, cultura e divertimento.
La sua storia comincia nel 1993 quando il Comune di Roma bandisce un nuovo concorso internazionale indicando come sede del nuovo Auditorio uno spazio, di proprietà pubblica, posto tra il villaggio Olimpico e lo stadio Flaminio. Una zona assolutamente degradata e abbandonata a pochi km dal centro di Roma lungo la via Flaminia. L’obiettivo è quello di colmare un buco, una frattura nel tessuto cittadino.
Il 27 luglio 1994 viene proclamato vincitore il progetto di Renzo Piano e del Renzo Piano Building Workshop. Il 15 gennaio 1995 il progetto è consegnato al Comune di Roma. I lavori vengono interrotti nel novembre per il ritrovamento dei resti di un’antica villa romana. Una variante al progetto, presentata nel giugno 1996, ne consente la completa integrazione nel complesso. Nell’inverno del 1998 si conclude la costruzione di uno dei parcheggi ma diversi problemi, legati alla funzionalità delle imprese vincitrici della prima gara d’appalto, inducono il Comune, tra il 1999 e il 2000, ad una serie di atti amministrativi che culminano nell’affidamento dei lavori a nuove e più efficienti imprese che procedono con grande competenza e più velocemente. Intanto nel luglio del 1999 il Comune fonda la società di gestione Musica per Roma MpR S.p.A, trasformata nel 2004 in Fondazione con compiti amministrativi, di organizzazione, di programmazione e produzione culturale.
Il 21 aprile 2002 sono inaugurate la sala Petrassi e la sala Sinopoli. Il 21 dicembre 2002 viene inaugurata la sala Santa Cecilia. Nei primi mesi del 2003 il complesso viene ultimato e comincia ad operare a pieno regime. Nel 2020, pochi giorni dopo la sua scomparsa, l’Auditorium viene intitolato al maestro Ennio Morricone.
«La più bella avventura, per un architetto, è quella di costruire una sala per concerti”
“Forse è ancora più bello per un liutaio costruire un violino; ma si tratta (con tutte le differenze di dimensione e di impiego) di attività molto simili. In fondo si tratta sempre di costruire strumenti per fare musica e per ascoltare musica.
È il suono che comanda, è la cassa armonica che deve saper vibrare con le sue frequenze e la sua energia. Io ho avuto l’avventura di costruire spesso per la musica: dall’Istituto per la Ricerca Acustico Musicale di Parigi con Pierre Boulez e Luciano Berio, al Prometeo con Luigi Nono, alla sala di Berlino alla Potsdamer Platz, alla sala del Lingotto di Torino, alla Sala Niccolò Paganini a Parma e ora all’Auditorium di Roma.
In tutti questi progetti la musica è sempre stata al centro dell’attenzione: lavorando con gli acustici, lavorando con i musicisti. Ma l’Auditorium di Roma non è un semplice Auditorium ma una vera e propria Città della Musica; con tre sale, un anfiteatro all’aperto, delle grandi sale di prova e di registrazione.
L’avventura, a Roma, si è quindi arricchita di un’importante dimensione urbana: l’Auditorium non è soltanto un impianto musicale; c’è anche una piazza, c’è Santa Cecilia, c’è gente che ci lavora, ci sono dei negozi, bar e ristoranti. Funzioni tutte che affidano a questo progetto l’importante funzione di rendere urbano questo luogo che ha bisogno di urbanità. I luoghi della cultura, d’altronde, come quelli della musica, hanno la naturale funzione di fecondare il tessuto urbano, sottrarre la città all’imbarbarimento e restituirle quella qualità straordinaria che ha sempre avuto nella storia. Strumenti musicali, quindi, immersi nel verde di un parco della Musica che scende da Villa Glori, avvolge i grandi liuti dell’Auditorium, i due gioielli dello stadio Flaminio e del Palazzetto dello Sport e si spinge fino a viale Tiziano regalando alla città di Roma un grande parco di venti ettari abitato dalla Musica.»
Renzo Piano