Fondazione Musica per Roma presenta
Ritorna a Roma, ad aprire l’Ottobrata Romana, la Kocani Orkestar, una delle più apprezzate e spettacolari fanfare balcaniche, un’orchestra magica, fatta di musicisti straordinari, artisti vagabondi, generosi ed eccessivi, ensemble aperto, sempre in continua mutazione, disponibile per vocazione antica agli incontri di viaggio. La maggior parte dei ritmi usati nei brani strumentali della Kocani si basano su motivi di danze tradizionali chiamate "cocek", nel caso di danze femminili, oppure "oro" per le danze collettive in circolo. Anche in questo caso le formule ritmiche sono tratte da fonti di ispirazione antiche e moderne fino ad arrivare alla rumba e alla salsa orientali. La Kocani Orkestar propone un’interpretazione originale dei brani tradizionali, introducendone anche degli elementi di modernità. Un loro concerto costituisce una formidabile ed eccitante esperienza. Una girandola di timbri, accenti, colori, che esalta il ricco mosaico di ritmi e melodie meticcie nate dalla combinazione di Oriente e Occidente. Musica sincera, sempre un po’ alticcia, struggente o travolgente a seconda delle occasioni, ricca di ritmi pirotecnici, carica di colori e di forti contrasti, e suonata con l’intensità (con creatività esecutiva, per uno spartito in continua trasformazione, come è tipico della cultura musicale più "orale" che "scritta") propria di qualunque esperienza gitana.
Dopo l'uscita nel 2002 del loro precedente "Alone at My Wedding", il gruppo ha alternato lunghe tournèe a prestigiose collaborazioni (Beirut/Zach Gordon, Paolo Fresu, Antonello Salis, Cibelle, Balkan Beat Box), e ha visto crescere la sua popolarità presso un pubblico sempre più vasto. Possente, romantico e inventivo, l’ultimo lavoro "The Ravished Bride" (ottobre 2008) abbatte tutte le barriere musicali precostituite: epiche canzoni d'amore, interpretate dall'ondeggiante voce del giovane e carismatico cantante Ajnur Azizov, accompagnano il gruppo verso un nuovo pop est-mediterraneo, o in ardite rivisitazioni di classici tradizionali messicani (La Llorrona), mentre i brani strumentali flirtano con la surf music e tendono verso una sorta di rock balcanico e mutante, anche grazie all'aggiunta di un batterista, e delle chitarre elettriche di special guest come Uri Kinrot (Balkan Beat Box) e Vincent Kenis (il produttore di Konono N°1) che ha mixato l'album.