Fondazione Musica per Roma presenta
Peter Cincotti, ormai celebre cantante italo - americano torna in Italia per presentare l’ultimo lavoro del 2007 “East of Angel Town”, anticipato dal singolo di successo “Goodbye Philadelphia”.
Peter Cincotti comincia a strimpellare i tasti di un pianoforte giocattolo a tre anni. “Cominciai a prendere lezioni l’anno dopo”, ricorda Cincotti. “Mia madre chiese all’insegnante di farmi suonare tutto quello che volevo senza forzarmi ad apprendere la tecnica classica. All’epoca ero così giovane che l’insegnante non poté rifiutarsi. Così andavo a lezione portando tutto ciò che mi piaceva – dalle colonne sonore dei film, a “Il fantasma dell’opera”, alla sigla del gioco Jeopardy”. Crescendo, i suoi gusti si arricchiscono. “La prima musica che mi colpì veramente fu quella di Jerry Lee Lewis Quando avevo cinque anni, cominciai ad amare il boogie-woogie suonato al pianoforte, anche se sono sempre stato incline a tutti i generi musicali. Essendo nato e cresciuto a Manhattan, sono sempre stato abituato ad essere circondato da tante cose. Portavano me e mia sorella a sentire di tutto, dai concerti rock al Madison Square Garden, ai jazz club, agli spettacoli di Broadway”. L’album “On the Moon” è l’esempio di questo eclettico approccio, in cui propone anche il suo nascente impulso creativo di talento come autore: “Volevo che le mie canzoni originali aprissero la strada nella scelta di un materiale poco convenzionale. Dopo il mio primo disco, ho cominciato a comporre canzoni che hanno cambiato radicalmente il mio modo di scrivere. Il matrimonio tra musica e parole è cambiato e le canzoni sono diventate molto più personali. Quando scrivi sia la musica che il testo, niente si intromette tra te e la tua canzone. Ti siedi con il tuo strumento e parti dal nulla. Ciò che crei ti appartiene in maniera totale e non stai usando niente che non sia tuo per esprimere te stesso. Stai dicendo tutto ciò che tu vuoi dire. Le canzoni che ora scrivo sono presentate esattamente come le ho concepite e sono vere esattamente come nel momento in cui le sentivo dentro di me. E io sono stato presente in ogni momento, dal loro concepimento al mixaggio per essere sicuro di sentirle giuste per me”