Il nuovo progetto di Paolo Damiani Silenzi Luterani celebra i 500 anni della Riforma di Martin Lutero, riforma come rivoluzione, strappo dal potere dominante della Chiesa e messa in discussione del ruolo del Papa e più in generale della gerarchia ecclesiale. Lutero fu uno straordinario innovatore, comprese che far cantare tutti i fedeli (e non solo pochi eletti, come avveniva nel cattolicesimo) avrebbe favorito la comprensione dei testi, introducendo inoltre il volgare nella liturgia riformata e coinvolgendo maggiormente tutto il popolo. Il canto corale permetteva ai credenti - all’epoca per lo più incolti - di apprendere agevolmente i testi sacri, cantati per la prima volta in tedesco e non più in latino. Scrisse testi di notevole interesse e compose anche musica, arte che elogiò nell’Encomiom Musices, un estratto del quale è stato inglobato Silenzi Luterani. Il titolo del brano evoca le Lettere Luterane di Pier Paolo Pasolini, articoli scritti nel 1975 e pubblicati sul Corriere della Sera, pochi mesi prima della sua tragica scomparsa. Gli scritti stigmatizzavano profeticamente la mutazione antropologica del Paese e i vizi dell’Italia democristiana devastata da conformismo e corruzione: Luterane quindi in quanto anche Pasolini - come Lutero - si scagliava contro i mali della sua epoca: la televisione pervasiva e diseducativa, le collusioni dei potenti, il conformismo dei giovani.
La band è formata dai migliori allievi o neo diplomati del Conservatorio di Santa Cecilia, ove Damiani è stato direttore del Dipartimento Jazz.