Fondazione Musica per Roma, Roma Jazz Festival, in collaborazione con Santa Cecilia It’s Wonderful
La Bossa Nova ha il potere di dilatare lo spazio e rendere docile il tempo. E’ una terapia dell’anima. La storia racconta che la nascita della Bossa nova va collocata nel 1958, con l’uscita dell’album “Canção do amor demais” della cantante Elizete Cardoso, su musiche di Antonio Carlos Jobim e testi di Vinicius de Moraes. Poi la fama internazionale per questo genere musicale arrivò con l’album “Getz/Gilberto”, nel quale si propose il Samba-jazz, con il sax di Stan Getz, la voce e la chitarra di João Gilberto, il piano di Antonio Carlos Jobim e la malinconica voce di Astrud Gilberto. Ma le coordinate storiche poco posso dire su ciò che suscitano brani come “Eu sei que vou te amar”, “Desafinado”, “Insenatez”, “Wave”, Looks like December” ed altre decine di brani, tutti a firma del Maestro Jobim. Se poi ad interpretare i brani più celebri della Bossa nova di Jobim c’è la voce “di Dio” di Milton Nascimento, è difficile non provare i brividi sulla pelle. Appuntamento che ha il sapore di una performance unica ed irripetibile. Milton Nascimento è interprete di elevata spiritualità e sensibilità. Lirismo di eccezionale impatto. Una interpretazione su tutte, “O que serà”, brano di un altro grande maestro come Chico Buarque de Hollanda, continua a risuonare nel tempo in tutta la sua poeticità. Ad accompagnare Milton Nascimento il Trio Jobim, formato da Daniel Jobim, nipote di Carlos, alla chitarra, suo figlio Paulo al piano e Paulo Braga alla batteria. Un trio essenziale, come essenziali ed autentiche sono le emozioni che sa restituire la Bossa nova.