Una produzione Fondazione Musica per Roma
Quasi coetanei, Michele Serra e Sandro Veronesi, hanno alcune cose in comune: la scrittura, un numero di figli ben sopra la media, il racconto – o indagine – della paternità. Se Veronesi fin dal suo primo libro, Per dove parte questo treno allegro, ha raccontato padri e figli che non si conoscono e non si capiscono, si cercano, si fuggono e si trovano, Serra ci ha messo sei anni per riuscire a raccontare la generazione degli Sdraiati, i ragazzi che passano la vita sul divano con le cuffie in testa e il mondo a portata di un clic: tanto ci è voluto per superare la timidezza di confrontarsi con un tema così universale quanto dibattuto, oggi che i confini – e i rapporti - tra le generazioni sono sempre più incerti e sfumati. Perché se è ancora vero che le madri non sbagliano mai, i padri sembrerebbero sbagliare sempre: quando esercitano, come in passato, autorità e senso delle regole, e quando diventano, come i post-padri (così li chiama Serra), “relativisti etici” privi di certezze da trasmettere. Che poi, è la storia della letteratura, dai poemi antichi al romanzo borghese: quel lessico familiare, quel dialogo tra generazioni, la guerra tra i vecchi e i giovani, che i giovani, per forza, devono pur vincere.