Fondazione Musica per Roma
Torna all'Auditorium Israel Galván con "La Edad de Oro". Il grande bailaor di Siviglia svela il lato nascosto, il lato migliore del flamenco classico, il suo splendore puro e barocco. Una buona chitarra (Alfredo Lagos) e un buon cantaor (Fernando Terremoto) sono gli unici ingredienti di cui l’artsita Galván necessita per la sua creazione. Chitarra, voce e danza: tre elementi che si manifestano attraverso tre stili differenti e personali. La Edad de Oro ruota attorno all’idea dell’Età dell’oro e torna alle fonti primigenie del flamenco. Il regista Pedro G. Romero applica tre differenti definizioni di questo concetto mitico ai tre protagonisti. Per Galván l’età dell’oro si rispecchia nell’omonimo film di Luis Buñuel: il ritratto cruento della crisi della borghesia, dei mali della sua epoca, delle molteplici violenze e si manifesta in un equilibrio che è sempre sul punto di perdersi e in un corpo che rischia di cadere al suolo. Il chitarrista Alfredo Lagos, che si relaziona con un tempo mitologico nel quale la morte si trova bloccata, negata, non avendo la possibilità di compiere il proprio compito, interpreta la musica in modo del tutto personale senza ricalcare un modello di flamenco puro e ortodosso. Il suo toque fluisce in maniera naturale, senza forzature. Per Fernando Terremoto invece l’Età dell’oro è un epoca migliore, un modello, un punto di riferimento anche artistico. Per il canto flamenco si situa tra gli anni ‘50 e ‘60 nelle registrazioni di José Manuel Caballero Bonald per l ‘Archivo del cante flamenco’ e nelle voci di Tio Gregorio Borrico, Juan Talega, Manuel Agujetas, Manuel Soto 'Sordera' Perrate, Tia Anica la Piriñaca e di suo padre Fernando Terremoto.