EVENTO ANNULLATO Alan Stivell Electric Band

Giovedì 04 Dicembre 2014
h. 21:00
EVENTO ANNULLATO Alan Stivell Electric Band

Fondazione Musica per Roma presenta

Alan Stivell, alfiere della riscoperta della musica bretone, interprete eccelso di ballate e danze celtiche di sapore tradizionale, continua la sua esplorazione musicale originale, che fonde la tradizione dell’arpa celtica alle tradizioni di tutto il mondo e alla musica elettronica. Al pubblico della sala Sinopoli presenterà i brani più noti di 40 anni di carriera artistica, iniziata con il leggendario concerto e album dal vivo Live a l’Olympia nel 1972.
Ad Alan Stivell, nome d’arte in bretone di Alain Cochevelou, si deve la rinascita e il rinnovamento della musica tradizionale bretone, che, a partire dagli anni ‘70, lo ha reso celebre nel mondo. Il suo nome è legato indissolubilmente all’arpa celtica, strumento del quale non solo è un virtuoso, ma che è letteralmente rinato con lui.
Il padre, Jord Cochevelou, legato alla cultura del suo paese di origine, la Bretagna, è anche un valente musicista e liutaio e sogna la ricostruzione, attraverso lo studio di antiche testimonianze e disegni, di un’autentica arpa celtica, mitico strumento oramai dimenticato da secoli. Nel 1953 Jord realizza il sogno e offre la rinata arpa a suo figlio, di soli 9 anni, che già suona l’arpa classica (e il pianoforte) come un vero enfant prodige. Nelle sue mani, l’arpa celtica torna a nuova vita. Nel 1955, all’età di undici anni, è per la prima volta sul palco dell’Olympia e tuttora rimane l’artista più giovane esibitosi nel tempio della canzone francese, un record difficilmente battibile. Oltre ad apprendere la lingua bretone, Alan impara a suonare la bombarda e la cornamusa strumenti utilizzati nella musica tradizionale bretone. I membri di uno dei maggiori ensemble bretoni di musica tradizionale, il Bagad Bleimor, lo invitano a fare parte del gruppo come solista cedendogli praticamente il rango di leader: Alan Stivell ha 14 anni. La sua prima incisione discografica risale al 1959, con un primo 45 giri; seguiranno ventidue album, molti dei quali fanno parte della storia del folk revival mondiale.
La sua caratteristica non è la semplice riproposizione della musica tradizionale, ma il suo utilizzo per una nuova musica bretone. Nel 1971, Alan pubblica l’album Renaissance de la harpe celtique, totalmente strumentale. Accanto all’arpa celtica, compaiono anche le percussioni e la chitarra acustica affidata ad un virtuoso bretone, Dan Ar Braz. Nel 1972 Stivell torna all’Olympia: è il trionfo. Per l’occasione si fa accompagnare da musicisti di assoluto valore come lo stesso Dan Ar Braz, Gabriel Yacoub, futuro leader dei Malicorne e dal batterista còrso Michel Santangeli. L’album dal vivo registrato per l’occasione vende oltre un milione di copie.
Già nel 1973 Alan è considerato l’alfiere della rinata musica bretone (e celtica) e comincia ad essere noto in tutto il mondo. Lo stesso anno, va in tournée negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna, dove la celebre rivista musicale Melody Maker incorona il suo album Chemins de Terre come miglior album dell’anno. Nel 1980 si ha la svolta sinfonica con un album doppio che resta il più famoso: Symphonie Celtique. Con una formazione spiccatamente rock, un insieme di bombarde e cornamuse e un’orchestra sinfonica, Alan si fa accompagnare dalla cantante berbera Djourha e dal sitar del nepalese Narendra Bataju, allievo prediletto del grande Ravi Shankar. Il risultato è un affresco musicale di inusitata bellezza. Seguono altri album e concerti in tutto il mondo. Nel 1995 pubblica Brian Boru (capo guerriero irlandese che sconfisse i Vichinghi): questo album segna il suo deciso ritorno alla musica più tradizionalmente celtica. Nel 1998 è la volta del diciannovesimo album della lunghissima carriera di Alan Stivell, intitolato 1 Douar: nell’album compaiono Youssou N’Dour, il “re del raï” algerino Khaled, Jim Kerr del gruppo scozzese Simple Minds e il grande Paddy Moloney dei Chieftains. Con quest’ultimo album, Alan intende dimostrare che le differenze di cultura e di lingua (bretone, inglese, wolof, arabo) sono le componenti fondamentali dell’umanità. Le ultime uscite includono il doppio cd Best Of (che comprende i brani più noti e la rimasterizzazione dell’album del 1972) e Emerald del 2009 il disco che segna il ritorno alla radici folk dell’ album Chemins de Terre, che esplora canti tradizionali, fondendo le radici bretoni con le influenze di un viaggio intorno al mondo, dall’Africa all’Asia, a segnare un’altra tappa di un lungo originale viaggio musicale che continua.