Fondazione Musica per Roma, Editori Laterza presentano
Nel corso dei secoli, uno dei rari spazi di libertà delle donne è stato la scrittura. Scrivere significava conquistare una parola negata altrove. Il convento da una parte e il postribolo dall’altra – luoghi di esclusione – hanno permesso alle donne di coltivare la poesia, la narrazione, la testimonianza. Nello stesso secolo, il Seicento, la cortigiana Veronica Franco e la suora poetessa Ines de la Cruz hanno mostrato con sapienza e ostinazione la propria cultura, il proprio sguardo sul mondo. Forse solo nel Novecento la scrittura si è aperta pienamente alle donne, facendone terreno di battaglia e rivendicazione, ma soprattutto di racconto di una visione e di una sensibilità troppo a lungo trascurata quando non repressa. Le parole delle donne – intellettuali, attiviste politiche, persone comuni – hanno ripreso vigore e spazio nel Ventesimo secolo, come mostra al massimo grado la parabola di grandi scrittrici – da Grazia Deledda a Elsa Morante e Amelia Rosselli – che hanno aperto una strada nuova, diversa e tuttavia non ancora al sicuro. Dacia Maraini è oggi una tra le più conosciute
scrittrici in Italia e nel mondo.