Una produzione Fondazione Musica per Roma
in collaborazione con Centro per il Libro e la Lettura, Radio3
Quale può essere l’atteggiamento di un uomo che si è imbattuto nelle aberrazioni del secolo breve, dal fascismo al comunismo, dal nazionalismo cieco all’orrore nazista e che, sopravvissuto miracolosamente ai lager, non riesce a vedere per molti anni le sue memorie, i suoi libri, pubblicati nel paese in cui vive? Boris Pahor ha saputo puntigliosamente attendere che il tempo passasse e che alla fine fosse lui ad avere ragione dei negazionismi e delle colpevoli omissioni, politiche e culturali. Come è potuto accadere che Necropoli, scritto da uno scrittore triestino di madrelingua slovena, restasse ignoto agli italiani per quasi quarant’anni? Come è potuto accadere che l’orrore guardato in faccia e testimoniato da Boris Pahor non interessasse i tanti editori italiani che ne ricevettero notizia? Oggi, all’età di novantasette anni, questo testimone straordinario gira il paese che lo aveva ignorato e ne incontra i suoi frutti più delicati: i ragazzi delle scuole. Ricomincia ogni volta da loro il racconto della sua vita e dei suoi libri, tutto affinché la storia non sia passata invano.