TEATRO PALLADIUM- ROMA
Viro di Abbondanza/Bertoni
Presentato da ORBITA | Spellbound Centro Nazionale di Produzione della Danza in collaborazione con Fondazione Musica per Roma - Festival Equilibrio
Di: Michele Abbondanza E Antonella Bertoni
Coreografia: Antonella Bertoni
Regia: Michele Abbondanza
Con: Cristian Cucco E Filippo Porro
Disegno luci: Andrea Gentili
Direzione tecnica; Claudio Modugno
Musiche: Byetone – Death Of A Typographer
Sound Design; Giacomo Plotegher
Consulenza musicale: Marco Dalpane
Organizzazione, strategia e sviluppo: Dalia Macii
Amministrazione e coordinamento: Francesca Leonelli
Comunicazione e Ufficio Stampa: Francesca Venezia
Produzione: Compagnia Abbondanza/Bertoni
Con il Sostegno Di Mic - Ministero Della Cultura, Provincia Autonoma Di Trento, Comune Di Rovereto, Fondazione Cassa Di Risparmio Di Trento E Rovereto
Con il contributo Di Cassa Rurale Vallagarina Bcc
Si ringrazia Danio Manfredini, Nadezhda Simenova, Orlando Cainelli
Viro è un mostro, una creatura tagliata in due che ignara dello scisma, amplifica sdoppiandosi, la sua natura eroicamente autocompiaciuta e depressa. Moderno ferito centauro, contemporaneamente tata tatillo tatone*, virile e virale perché splendidamente banale; bello, sbarbato e ben pettinato, bipolarmente orientato, trascina le sue due parti in una sinergica continuità fisicamente sgrammaticata; con velleitaria movenza elegantemente chip, sciorina buone maniere da social e nel tormento di un pressante ritmo sonoro, agisce i suoi tic gestuali senza mai scomporre il grigio canna di fucile della capigliatura. Con i suoi pensieri, spettinati quelli sì, sfida gli interpreti e le loro maschere nel ciclo continuo dell’incarnarsi in forme nuove, attraverso il destino di una partitura spietata, del resto accessibile ed esigibile solo in uno stato di apnea creativa, unico lasciapassare verso il nuovo stato di coscienza gemellare e lobotomizzato. Blasfemo offertorio di un’eucarestia ribaltata di carne che diventa ostensione maschile senza soffio e spirito, inessenziale e vuota.
*Tata, tatillo, tatone=(Reg) I tre nomi sono impiegati nella lingua napoletana, per designare la figura paterna, seppur con alcune oscillazioni di significato. (Michele Abbondanza)
Dal 1989 Michele Abbondanza e Antonella Bertoni hanno tracciato un cammino che oggi li identifica indiscutibilmente come i maestri del teatro danza italiano. Con la Compagnia Abbondanza/Bertoni hanno esplorato le più diverse poetiche pur rimanendo sempre fedeli a un loro personalissimo e riconoscibile vocabolario coreografico e umano. Stanziali dal 2005 al Teatro alla Cartiera di Rovereto, ma sempre erranti nell’animo, Michele e Antonella muovono la loro danza dall’urgenza di dare forma a una visione che, attingendo a diverse esperienze, da quella con Alwin Nikolais agli studi con Dominique Dupuy, passando per il lavoro con Carolyn Carlson e per la pratica dello zen, contrappone immagini, corpi e suoni che vibrano attorno a un concetto, a un’idea. È da questi moti dell’animo che nascono di volta in volta i più svariati progetti. Quelli per e con i bambini ad esempio, da quel Romanzo d’Infanzia del 1997 che oggi conta oltre 700 repliche. La creazione in forma di trilogia, in cui la compagnia sembra trovare il proprio equilibrio. Ho male all’altro, progetto quinquennale (2000-2005) sul tema del sacrificio per amore. Il progetto Biologico sulla fragilità dell’umano: Le fumatrici di pecore (2010), Il Ballo del Qua (2012), spettacolo per adulti interpretato da giovanissimi performer dai 7 ai 10 anni, Scena Madre (2012), in cui Antonella danza con la madre Paola. Il progetto Poiesis (2017-2019) è invece la musica a dettare la direzione, quella di Franz Schubert nel trio al femminile La morte e la fanciulla, Charles Mingus nel virile Erectus e Arnold Schönberg nell’ultimo capitolo Pelléas e Mélisande. Nel 2021 nasce Doppelgänger, un progetto che vede in scena Filippo Porro, danzatore e Francesco Mastrocinque, attore con disabilità. Il lavoro dà forma all'incontro tra i due interpreti e racconta il doppio. Doppelgänger, è nato dalla collaborazione tra la Compagnia e Nerval Teatro, due nuclei artistici che si sono incontrati nel solco tra arte e diversità. Lo spettacolo è riconosciuto con il Premio Ubu come "Miglior spettacolo di danza 2021". Del 2022, Idem - Io contengo moltitudini, primo spettacolo della trilogia sull’indagine dell’identità, seguito poi nel 2023 con lo spettacolo Femina, che ha ricevuto la candidatura al Premio Ubu nella categoria “Migliore spettacolo di danza 2023”. Chiude la trilogia Viro, produzione dell’anno 2024.