GIOVANNI LINDO FERRETTI
PERCUOTENDO. IN CADENZA
con Simone Beneventi e Luca Alfonso Rossi
Uno spettacolo in cui le parole si susseguono e narrano gli accadimenti attraversati da Ferretti tra la dimensione pubblica dei palchi e quella privata del suo vivere sui monti.
A un anno e mezzo dall’unica rappresentazione di Moltitudine in cadenza, percuotendo al Teatro Olimpico di Vicenza, l’opera torna in una nuova forma. Nata in un momento preciso, tra le due tournée dei CCCP, Percuotendo. in cadenza rinasce dal proprio nucleo originario e si trasforma in un progetto itinerante, che prevede dieci appuntamenti nei principali teatri d’Italia.
Uno spettacolo che intreccia parola, canto e suono attorno ai testi poetici e autobiografici di Giovanni Lindo Ferretti. Tra fede, appartenenza e ritorno alle origini, Ferretti racconta i giorni, i mesi, gli anni trascorsi tra lo spazio pubblico dei palchi e la dimensione intima del suo vivere sui monti.
Le canzoni, reinterpretate e riarrangiate per percussioni e corde, tra ritmo e melodia, disegnano con cadenza il cerchio di una storia “privata”, trasformando la narrazione personale in un’esperienza condivisa.
Sul palco, affianco a Ferretti, Simone Beneventi (percussioni) e Luca Alfonso Rossi (corde), imprescindibili creatori di una trama sonora che nutre, sostiene e a volte sovrasta il racconto.
«La Lettura diventa poesia che diventa canzone per aprire alla musica che cresce fino a tornare poesia e poi … si ricomincia – afferma Giovanni Lindo Ferretti».
l’accadere scompone frantuma ricompone
moltitudine fomenta inquietudine
un muover lento scomposto e fuori tempo
ci vorrebbe del reggae
leone di Giuda - da Saba/Salomone
un regno inattaccabile
espansione. Si torna sul palco
comparire / scomparire
una tensione che muove tra rovine
CORPO VOCE PERCUSSIONI
CORDE ELETTRIFICATE LUCI SUONO
TONO RITMO FREQUENZA
tra frammenti di tecniche sotto prodigi incerti
IN CADENZA. PERCUOTENDO.
A.D. MMXXVI
(l’anno che verrà, se verrà )
all’origine il canto la poesia la preghiera erano una cosa sola
alla fine saranno la stessa cosa. Dove noi siamo c’è posto per tutto
e tanto e tale l’abuso di qualsiasi termine da risultare inutile
se non dannoso il voler fare chiarezza
ma ci tocca pur vivere
tra i millenni di Cina, i secoli di Roma….
Te Deum laudamus