Fondazione Musica per Roma e Roma Jazz Festival presentano
Se vi chiedete come si possano coniugare le caleidoscopiche composizioni di Frank Zappa con lo stile compassato, ma al tempo stesso sorprendente di Thelenios Monk, è d’obbligo assistere ad un esibizione del quintetto di Furio Di Castri, grandemente impreziosito da TorinoJazzLab – Orchestra Laboratorio Permanente del Piemonte. L’imprevisto è la sorpresa armonica sono dietro l’angolo. Ogni strumento segue sue direttrici, che possono apparire di primo acchito impazzite, ma che poi si ricompongono in un pacifico ensamble, pronto a restituire la commistione musicale di due autentici geni della storia della musica. Zappa e Monk, due anime a loro modo ribelli. L’uno irriverente, l’altro geometrico. L’uno spiazzante, l’altro chiuso nella sua mistica quasi algebrica della musica. Cammino sicuro che d’improvviso si fa sorprendentemente, impervio e scosceso. Senza sosta, senza possibilità di arresto, la musica fluisce inarrestabile, inaspettatamente nuova, rinnovata. E non può essere diversamente se ha guidare la marcia è Furio Di Castri, artista in perenne ricerca, in perenne divenire, pronto a misurarsi sempre con nuovi ed più ambiziosi progetti. Dal trio di Giammarco, agli esordi, sino al quartetto di Massimo Urbani. Da Chet Baker, con cui lavorerà saltuariamente fino al 1988, a Larry Nocella, passando per Luigi Bonafede, Franco d'Andrea, Art Farmer, Dave Samuels, Jimmy Knepper, Al Grey, Walter Davis Jr e tanti altri. Sino a giungere al quartetto di Enrico Rava nel 1981. Innumerevoli i suoi compagni di viaggio, molteplici le sue esperienze musicali e stilistiche. Il progetto Zapping ci restituisce tutta questo bagaglio artistico, intatto e sempre nuovo. Ora Di Castri prosegue la sua ricerca in compagnia del TorinoJazzLab - Orchestra Laboratorio Permanente del Piemonte che coinvolge studenti del Conservatorio Statale di Musica G. Verdi di Torino e dell’Università degli Studi di Torino. Progetto che è laboratorio dinamico di alta formazione musicale, diretto dallo stesso Di Castri. E’ quindi un working in progress, secondo le migliori tradizioni jazz.