Zadie Smith

Sabato 14 Marzo 2015
h. 18:00
Zadie Smith

Una produzione Fondazione Musica per Roma

Un talento cristallino che il famoso critico statunitense James Wood definì “realismo isterico” alla comparsa di Denti bianchi, il romanzo che nel 1997 (quando ancora non era terminato, uscì infatti nel 2000) catapultò l’allora ventiduenne Zadie Smith fra i nomi che avrebbero determinato la letteratura di lingua inglese per i decenni successivi. Promessa ampiamente mantenuta. A Denti bianchi, diventato nel frattempo un vero metro di paragone della letteratura d’ambiente multiculturale, sono seguiti altri tre romanzi: L’uomo autografo, Della bellezza, NW, sempre orchestrazioni ambiziose, rese in una lingua avvolgente e ricca, opere colte e, in alcuni casi, con venature postmoderne, mappe urbane della Londra di questi decenni. Conferma l’impianto anche il breve romanzo, una novella, che esce in queste settimane, L’ambasciata di Cambogia, dove si ritrovano tutti i temi cari a Zadie Smith: la giovane protagonista appena fuggita dalla Costa d’Avorio che lavora preso una benestante famiglia di pakistani, l’incontro con altri immigrati, la separazione e la solitudine, la flânerie urbana dentro una città continente dove si trovano angoli dei paesi d’origine della popolazione che li abita. A Libri come Zadie Smith, intervistata da Elena Stancanelli, apre ai lettori la sua officina creativa, il racconto della scrittura e dei suoi personaggi.