Una produzione Fondazione Musica per Roma
Il sesto romanzo di Umberto Eco non solo ha trovato il favore di tanti lettori ma ha pure acceso un dibattito su alcuni dei temi più controversi che, dal XIX secolo, sono arrivati fino a noi, lasciando una scia di lutti in molta parte del Novecento. Simone Simonini, la figura inventata, con pezzi realissimi di tante figure storiche (e idee) di quel secolo, è il protagonista de Il cimitero di Praga, romanzo colto che usa la struttura e gli espedienti dei romanzi d’appendice. Il falsario, pluriomicida e satanista, si mette al servizio dei servizi segreti di mezza Europa: c’entra con la spedizione dei Mille, con i nemici della Comune parigina, poco dopo con gli accusatori di Dreyfus, con quei Protocolli dei Savi di Sion - madre di ogni pamphlet antisemita. Una mole impressionante di intrighi cuciti da Eco per dar conto della linea irrazionale che attraversa la storia del secolo che si vuole positivista. Come si organizzano i materiali narrativi per raccontare un complotto lungo un secolo? A spiegarlo è uno scrittore che è prima di tutto un bulimico e insieme raffinato lettore di libri altrui.