Amici di Santa Cecilia, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Fondazione Musica per Roma
Le loro vite parallele. Coetanei, tedeschi ed europei, così diversi. Volevano, ma non si sono mai incontrati. Haendel viaggiava molto, Bach era sedentario. Uno non avrebbe mai pensato di scrivere L’arte della fuga, l’altro mai potuto comporre una Musica per i fuochi d’artificio.
Difficile immaginare due modi così lontani di abitare la musica. Ora, si danno appuntamento a Santa Cecilia e hanno molte cose da raccontarsi.
Haendel capirà perché Pier Paolo Pasolini ha usato la Passione secondo Matteo per accompagnare la morte di Accattone e perché Glenn Gould ha dedicato la vita alle Variazioni Goldberg; Bach ascolterà i prodigi vocali – a lui negati – degli evirati cantori italiani nel Giulio Cesare e dovrà ammettere che un Alleluiah così gioioso non l’ha neppure immaginato.
Si scambieranno notizie: Bach si lamenterà della micragna dei governanti di Lipsia, che lo costringevano a ritmi di lavoro da negrieri, Haendel gli dirà di quanto bello e pericoloso sia il libero mercato della musica: di fallimenti, lui ne ha conosciuti.
Tentando l’assoluto in una quotidiana domenica di dicembre, mentre il violino di Natascia Gazzana camminerà suonando in Sala Sinopoli.