Festival Jazz International in coproduzione con Fondazione Musica per Roma
Roy Ayers è l’artista emblema, il riassunto fatto di suoni e pulsioni di quello che sarà il "29° Roma Jazz Festival", dedicato a particolari letture di questo straordinario fenomeno sociale e commerciale che è il jazz. Il Vibrafonista afroamericano, decano del jazz, collaboratore di molti grandi musicisti , è anche uno dei maggiori ispiratori del soul, del groove, del rap degli ultimi trenta anni.
Nato a Los Angeles nel 1940 da una famiglia di musicisti, Ayers è divenuto uno dei più grandi vibrafonisti jazz al fianco di grandi nomi come Ron Carter, Herbie Hancock ed Herbie Mann.
Cantante, songwriter e virtuoso, Roy Ayers non solo è considerato come uno dei profeti dell'attuale scena acid jazz, ma ha anche dato moltissimi spunti e campionamenti ad artisti hip hop contemporanei. Nel 1970 ha creato the Roy Ayers Ubiquity, open band che ha ospitato musicisti come Sonny Fortune, Billy Cobham, Omar Hakim and Alphonse Mouzon. Il gruppo, inizialmente d’ispirazione rock e r’n’b, si è poi spostato verso il funk e la disco music regalando all'artista un inaspettato successo commerciale e la costante presenza per diversi anni nelle alte posizioni delle classifiche con brani come la famosissima Everybody Loves The Sunshine. La musica di Roy Ayers ha influenzato radicalmente sia l’acid jazz che l’r&b e l’hip hop: artisti come Fertile Ground e Jamiroquai ma anche Guru, Incognito e Brand New Heavies devono il proprio successo al vibrafonista che è stato capace di inventare veri e propri standard. Non è un caso che Guru lo abbia voluto al suo fianco per l’album seminale Jazzmatazz, mentre moltissimi astri dell’hip hop come Mary J.Blige, Tupac, A Tribe Called Quest, Jungle Brothers, Jazzy Jeff, Coolio, Ice Cube e Public Enemy continuano a campionare i brani immortali di Ayers.