Philip Glass

Mercoledì 13 Aprile 2005
h. 21:00
Philip Glass

Musica per Roma presenta

Il nono appuntamento della rassegna "Piano Solo 2004 - 2005" è con il compositore americano Philipp Glass.
Considerato il re del minimalismo Philip Glass è uno dei compositori viventi di maggior successo. Sia che scriva per balletto, opera, teatro, film o un jingle televisivo, lo stile di Glass è inconfondibile, la sua musica si insinua in maniera insidiosa tra le pieghe della memoria e quando si ascolta un suo pezzo è impossibile levarselo dalla mente.
Figlio di immigranti ebrei, Glass è cresciuto a Baltimora dove si è accostato alla musica attraverso una raccolta di dischi che era conservata nel negozio di radioriparazioni del padre. Era un bravo flautista già a quindici anni, quando si iscrisse alla Chicago University per laurearsi in matematica e filosofia. Alla fine degli anni ’50 si trasferì a New York per studiare con Steve Reich alla Juilliard School, e successivamente si recò a Parigi ed Aspen per studiare con Nadia Boulanger e Darius Milhaud.
Ritornato a New York nel 1967 dopo diversi viaggi, Glass si è immerso nella scena artistica bohémien della lower Manhattan, dando concerti con Terry Riley e Steve Reich, e formando il Philip Glass Ensemble. Nel 1974 Glass dichiarò: “la musica non ha più una funzione meditativa, riferendosi a qualcosa al di fuori di se stessa… deve essere ascoltata come un puro evento sonoro, un atto senza nessuna struttura drammatica”.
Non è rimasto a lungo in questo territorio astratto però e per molti anni si è dedicato a comporre musica per il teatro. All’inizio degli anni ’90 spiegò: “Il più importante fattore è che la musica produca una struttura e un contesto emozionale. Vi dirò io cosa sentire a proposito di quello che state vedendo”. La grande svolta c’è stata quando Glass incontrò il concettualista Robert Wilson con il quale ha realizzato l’opera allucinogena di quattro ore “Einstein on the Beach” (1976) considerata una pietra miliare nel musical del XX secolo. Il suo primo album digitale “Glassworks” (1982) è stato un hit attraverso l’intero spettro dei gusti musicali. Tra i suoi altri progetti l’incontro del ’90 con Ravi Shankar per “Passages” e la collaborazione del 1998 con Robert Wilson per “Monsters of Grace”, una stravaganza basata sugli scritti del poeta sufi del tredicesimo secolo Rumi che mescola azioni live con proiezioni illusionistiche in 3D. Le sue collaborazioni comprendono “Songs from liquid days” con testi di David Byrne, Paul Simon, Lurie Anderson e Suzanne Vega. La sua opera più recente “Galileo”, una collaborazione con Mary Zimmerman, è apparsa nel 2002.