Una produzione Fondazione Musica per Roma
Due voci dalla crisi, Petros Markaris e Fernando Savater. Due paesi, Grecia e Spagna, nelle parole e nelle pagine di uno scrittore e di un filosofo. Davanti a loro l'Europa, scossa dalle difficoltà non solo economiche ma soprattutto politiche e culturali, l'Europa incompiuta, attesa e sempre rimandata e chiamata oggi sul banco degli imputati. Markaris ha immaginato, nei suoi ultimi romanzi, nuovi “cattivi” per le indagini del commissario Charitos – banchieri e finanzieri, oltre che politici. Savater ha scritto un appello, insieme ad altri intellettuali come Julia Kristeva, Claudio Magris, Antonio Lobo Antunes, Peter Schneider e Salman Rushdie, per l'Europa “non in crisi, ma in punto di morte”. Si è investito molto in economia e finanza e poco in cultura e valori comuni, denuncia lo spagnolo. Perché sono stati sostituiti dalla moneta unica che ha portato a identificare l'Europa con l'Euro, risponde il greco. Quale può essere allora il compito degli intellettuali di fronte a una crisi così vasta? Quello di non tacere, di vigilare sulla politica e sull'economia, di parlare di poesia, e di “alberi”, anche in “tempi bui”, perché l'unica via d'uscita è quella di una rivoluzione culturale.