Fondazione Musica per Roma presenta
La cultura italiana ha indubbiamente esercitato una forte influenza sulla mia cinematografia – sto per iniziare le riprese di un film basato su una ventina di note da un concerto per fagotto di Vivaldi. Gran parte di questa cultura ha a che fare con le arti visive – Piranesi e Fellini, Caravaggio e Pasolini, Vittoria Colonna e Monica Vitti, Antonioni e Giulio Romano, Veronese e Pietro Aretino – e inevitabilmente molto di tutto ciò proviene da Roma. Ovviamente il mio è un punto di vista europeo e specificamente britannico, basato su quegli artisti italiani che per noi sono quasi degli inglesi come Palladio e Canaletto. Ultimamente sono diventato cittadino onorario dei Paesi Bassi e ho cominciato a guardare all’Italia con gli occhi di un olandese. Perché Rembrandt non volle recarsi in Italia e Goltzius insistette per farlo? In che modo il manierismo romano ha influenzato quello olandese? In quale misura i caravaggisti di Utrecht hanno influito su Vermeer? I miei film più recenti sono da un lato opere di fiction, dall’altro documentari di storia dell’arte, e tanta parte della storia dell’arte è italiana. Vediamo se riesco a intrattenere il pubblico parlando dei miei interessi attuali. Non sarà una dissertazione strutturata, somiglierà piuttosto a una rielaborazione dell’effetto che hanno avuto i trionfi visivi romani e italiani sul mio eclettico bagaglio visivo. Peter Greenaway