Fondazione Musica per Roma presenta
La terza edizione dell’Ottobrata Romana sarà dedicata ai canti d’epoca risorgimentale. Da un repertorio ancora tutto da valorizzare Ambrogio Sparagna ha tratto alcune perle d’epoca, realizzandone versioni inedite per l’Orchestra Popolare Italiana. Come nelle precedenti edizioni dell’Ottobrata romana, anche quest’anno l’Orchestra ospita una parte monografica sui canti di altre aree culturali italiane dedicati anch’essi ai temi del vino e degli strambotti d’amore. Ospite di quest’anno un gruppo di giovanissimi cantori musicisti dell’Istituto comprensivo di Corigliano d’Otranto (Lecce) che da alcuni anni, grazie alla dedizione straordinaria di alcuni insegnanti hanno dato vita ad un’esperienza didattica speciale, (denominata orchestra sparagnina), finalizzata al recupero della lingua grica, un antico idioma che presenta analogie con il greco antico e moderno e con il dialetto locale. Il progetto ha avuto il sostegno del PON- FSE (FONDO SOCIALE EUROPEO) con la bandiera dell'Europa.
I canti di Partire Partirò sono tratti dalla più importante raccolta di canti popolari romani curata da Gigi Zanazzo. Nelle note pubblicate nell’edizione del 1907, l’autore racconta di averli ascoltati a Trastevere direttamente dalla viva voce di “ un tal Francesco Calzaroni, mezzo cieco, per non dir tutto, che il popolo chiamava (come tutti i cantastorie) er cechetto . Il Calzaroni, successore di un altro importante cantastorie, anche lui cieco, conosciuto come il Fanese e ancora dell’altro cieco Alessio Tarantoni, molto amato per i suoi canti di argomenti politico sociali come la Canzonetta nova sopra la lamentazione che fa Napoleone da sé medesimo per la perdita di tutti li regni, dava corpo musicale con la sua voce ad ogni avvenimento dell’epoca: dal ritorno di Pio IX dall’esilio di Gaeta, ai miracoli della Madonna di Vicovaro, alle storie del famigerato bandito Mastrilli di Terracina. Luogo privilegiato delle sue esibizioni erano l’osterie, in particolare durante le festività dell’Ottobrate. Partire Partirò offre un’ampia testimonianza di questo originale repertorio caratterizzato da canti tipici d’osteria, fra cui brindisi, filastrocche e strambotti d’amore e canti d’argomentazione sociale e politica, come il primo canto italiano filo napoleonico, nella sua originale versione romana, ( che dà il titolo allo spettacolo), l’ Inno a Pio IX, alcuni canti garibaldini, fra cui il racconto della morte di Ugo Bassi, il padre barnabita eroe della repubblica romana, e un canto della madre in cerca del giovane figlio, Achille Cantoni di Forlì che salvò la vita a Garibaldi nella battaglia di Velletri del 1849. Il repertorio dei canti risorgimentali si arricchisce anche di una serie di stornelli politici “a dispetto” in cui spicca il contrasto fra chi invoca Pio IX perché “ttié contento er popolo romano” e chi invece vuole “ Re Vittorio a Campidoglio”. Sono canti di grande suggestione poetica che testimoniano come il popolo, pur subendo la complessità della storia, prova con la forza della poesia cantata a trovare un possibile sostegno all’incalzare tragico degli eventi, così come appare nella ballata che racconta le ultime ore della presa di Roma.