Fondazione Musica per Roma presenta
Dopo lo storico concerto del 2006 in solo nella Sala Santa Cecilia e il complesso progetto Running del 2008, torna all’Auditorium il trombettista Paolo Fresu, uno degli artisti che rappresentano al meglio il jazz italiano nel mondo. Un “solo” di tromba può essere davvero pericoloso e chi lo produce e propone può facilmente essere additato quale un esagerato cultore del narcisismo. Oggi, dopo il clamoroso successo del concerto in solo realizzato da Fresu nel 2006, “a solo” è diventato quel qualcosa di unico che può ben figurare nei progetti di un “grande” della musica moderna. Adeguatamente teatralizzato, grazie allo studio di luci ideato da Francesco Carta e corredato dall’uso professionale dell’amplificazione di Fabrizio Dall’Oca, il progetto (co-prodotto anche da Vittorio Albani) è diventato una proposta di spettacolo tout court per grandi spazi teatrali che lo fanno vivere e rifulgere. Sessanta minuti di rara bellezza che incorporano la saggezza del suono e il calore dei colori e viceversa. Raramente uno spettacolo di “son et lumières” colpisce tanto a fondo, giocando sull’intensa capacità introspettiva della ricerca del suono di Paolo e la sua predilezione per i sensi primordiali di udito e vista. I suoni pre-registrati delle sordine e delle trombe si incontrano con quelli ‘live’ in un viaggio all’interno della storia e delle geografie passando dalla polifonia sarda al Vietnam, dai suoni classici degli archi (reminiscenze di colonne sonore filmiche) a Miles Davis, dalla trance Gnawa alla poesia del suono continuo attraverso l’elettronica esaltando l’emozione e l’intimità.