Fondazione Musica per Roma presenta
L’autorevole settimanale britannico MELODY MAKER definì Nina Hagen “il più importante contributo alla cultura pop tedesca dai tempi di Brecht” ed il personaggio non mancò certo di stupire alla fine degli anni settanta quando, formata la Nina Hagen Band, pubblicò il primo album in piena epoca Punk: dal 1978 sino ai nostri giorni Nina Hagen, a più riprese, ha fatto sempre parlare di sé in ambito musicale e culturale.
Una personalità difficile da descrivere. Nina la “cantante Punk”, Nina la “vamp frivola”, Nina il “terrore della borghesia” sono solo alcune delle mille definizioni che l’hanno distinta. E solo lei può dire chi è veramente Nina Hagen e raccontare la storia reale vissuta dalla ragazza arrivata da Berlino Est; le sue avventure a Londra, Amburgo, Amsterdam, in India e le tante esperienze, molte volte drammatiche, passate in più di trent’anni di carriera.
Negli ultimi anni Nina Hagen si è riavvicinata alle sue radici più profonde, alla religione Cristiana ed ha deciso di incidere un album “dedicandolo a Dio, per onorare la mia fede in Dio”; si può definirlo un album di Gospel, un album di “Gospel alla Nina Hagen”. Per tutto “Personal Jesus” Nina Hagen sa essere profonda e diretta come in “God’s Radar”, con echi di musica cajun, o come nei Blues tradizionali “Nobody’s Fault But Mine” e “Sometimes I Ring Up Heaven” in cui sviscera l’essenza divina delle due canzoni. Più dura ed energica invece la sua versione “bluesy” di “Personal Jesus” dei Depeche Mode, la Gospel song “Mean old World” arrangiata con percussioni e chitarre lancinanti, e la rilettura della canzone politica di Woody Guthrie “All You Fascists Bound To Lose”.