Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Manfred Honeck direttore
Andrea Oliva flauto
Mozart Sinfonia n.39
Dalbavie Concerto per flauto
Dvo Sinfonia n.8
Direttore musicale della Pittsburgh Symphony Orchestra, Manfred Honeck (che fu assistente di Claudio Abbado alla Mahler Jugendorchester) debutta a Santa Cecilia con un brano del suo connazionale Mozart, la Sinfonia n. 39, terzultima delle 41 composte da Amadeus, che insieme alla notissima K 550 e all'olimpica "Jupiter", costituisce il vertice della sua maturità creativa, della padronanza della forma e degli effetti strumentali. Nella sua luminosa tonalità di Mi bemolle maggiore, espressione di nobiltà e profondità d'animo, molti hanno individuato un'allusione alla simbologia massonica, perché i tre bemolli segnati all'inizio del rigo del pentagramma formano un triangolo, e gli accordi ribattuti all'inizio del primo movimento ricordano il modo di bussare tipico dei massoni. Subito al di là del confine austriaco, ecco i boschi boemi e la capricciosa malinconia slava della Sinfonia n. 8 di Antonin Dvořak, che chiude la serata.
La prima: Il Concerto per Flauto di Marc-André Dalbavie
Dalbavie, classe 1961, è oggi uno dei nomi più ricorrenti nei principali festival mondiali di musica contemporanea. Allievo di Pierre Boulez, vanta fra i propri riconoscimenti il prestigioso Prix de Rome e il Premio Ernst von Siemens.
Il suo Concerto per flauto è un brano di notevole virtuosismo in cui lo strumento solista, attraverso il vorticoso gioco di inseguimenti e ricongiunzioni con l'orchestra, crea una rete di relazioni timbriche in cui rivive il gusto per certe alchimie strumentali tipicamente francesi. La durata contenuta (un unico movimento di 17 minuti circa) e l'organico orchestrale di impianto classico hanno indotto alcuni critici ad evocare, seppur solo idealmente, riferimenti ai Concerti per flauto di Mozart. E forse non è un caso che nel programma il Concerto di Dalbavie segua la terzultima delle sinfonie mozartiane - la n. 39 - una pagina nella quale, peraltro, i fiati assumono un ruolo fondamentale nella creazione di una particolarissima densità timbrica.
"Sono profondamente convinto che l'arte sia una esplosione di significati. Ciascuno attribuisce il proprio significato alla musica. Io non voglio che il pubblico capisca ciò che volevo. Se lo capisce in modo diverso, io sono felice." Marc-André Dalbavie
Preparati al concerto: puoi ascoltare un estratto del Concerto per Flauto di Dalbavie eseguito e commentato da Emmanuel Pahud, primo flauto dei Berliner Philharmoniker, clicca qui