Mauro Gioia, Antonio Pascale

Lunedì 05 Maggio 2008
h. 21:00
Mauro Gioia, Antonio Pascale

Fondazione Musica per Roma presenta

Prima assoluta

Un progetto originale per il Festival della canzone napoletana che vedrà insieme sul palco l’attore e cantante Mauro Gioia e lo scrittore Antonio Pascale.

Ripartire da Napoli. Nello specifico, ripartire dalla canzone napoletana per raccontare Napoli. Del resto tutti i grandi mutamenti antropologici che, negli anni, la città ha subito o prodotto sono stati espressi, e in molti casi anticipati, proprio dalla canzone napoletana. Volendo elencarli in un ordine sparso troviamo: sentimenti che cambiano, nuovi costumi che si impongono, rituali quotidiani, modi di dire, ascese di nuove forme di criminalità, e anche cambiamenti di prospettiva e di visuale, dovuti a nuovi impianti di trasporto (Funiculì funiculà). C’è davvero un mondo complesso nello sterminato universo della melodia napoletana. E ora, che più che mai, ora che si è capito che Napoli è una città capace di riflettere uno stato d’animo “collettivo”, può essere utile, dicevamo, ripartire da Napoli e dalle sue canzoni, a volte così leggere e sensuali, altre volte amare e riflessive per provare a tracciare un bilancio. I bilanci sono elementari e proficue forme di conoscenza, ci mostrano quello che abbiamo perduto, quello che abbiamo ancora sotto gli occhi e quello che possiamo perdere da un momento all’altro. Le canzoni napoletane, reinterpretate stilisticamente da Mauro Gioia, in questo spettacolo, avranno nella nostra intenzione e ambizione una doppia funzione: un’indagine musicale, colta e leggera, sulla tradizione canora partenopea, soprattutto quella meno rappresentata, e un’indagine conoscitiva sul nostro stato di salute: Napoli diventa così un punto di partenza, una pista di decollo da cui alzarsi in volo e sorvolare, così facendo, una città più grande ed estesa: la città Italia, oggi, così somigliante a Napoli. Il fatto è che alcune canzoni napoletane oltre a essere belle, delicate, dolci, sensuali, oltre a parlarci degli amori difficili, a farci ridere o piangere, oltre a essere tutto questo, sono anche fortemente attuali, o meglio abbastanze evocative per costruire un dialogo teatrale tra musica e testo, sentimenti e civiltà, cantante e scrittore. In questo spettacolo ad accompagnare il cantante solista, oltre ai musicisti si sarà uno scrittore che svolgerà il ruolo di “racconta storie”. Convinti come siamo che Napoli non sia una città condannata e patologica, né tanto meno apocalittica, ma solo l’anello, forse più sporco, di una catena più grande, il racconta storie, proverà tra una dolce melodia e un’ amara ballata, a riflettere sui testi delle canzoni e indagare con le sue brevi storie il rapporto che lega il sentire napoletano a un sentire più comune e più collettivo, più italiano. Ne viene fuori un’indagine musicale e antropologica, particolare e generale, sul carattere nazionale. Tenendo il nostro punto focale su una città che ha indubbiamente nell’immaginario collettivo “carattere”, buono o cattivo che sia, si racconterà dell’evoluzione del commercio della droga, della mutazione antropologica della criminalità, ossia dal contrabbando alla nuova camorra, dei sentimenti che cambiano e i nuovi toni che si usano per cantarli. E inoltre, della meravigliosa luce marina e dell’ombra inquetante che ti assale alle spalle quando meno te l’aspetti. Tutto questo sarà cantato e raccontato in uno spettacolo a due voci, una musicale e una orale, nel quale non una, ma tante città strofinandosi l’un l’altra, suoneranno, si rincorreranno e si racconteranno con poco affanno e molto ritmo.