Una produzione Fondazione Musica per Roma
Quello che Massimo Cacciari fa nel Doppio ritratto possiamo considerarlo come il racconto di una complessa operazione di propaganda, di appoggio politico, spirituale, filosofico, religioso all’immagine di Francesco d’Assisi nei confronti della Chiesa del tempo e, con la lungimiranza e la forza dei grandi artisti visionari, per quella del futuro. L’analisi dei testi poetici della Commedia dantesca e dei cicli pittorici di Giotto, compiuti in relazione alla figura del creatore della Regola della povertà, è un dialogo fra i due geni fiorentini, al servizio dell’iconografia di un mito del loro tempo. Francesco muore nel 1226, a 44 anni, Giotto e Dante nascono, quasi coetanei, quarant’anni dopo per affermarsi come i massimi artisti del loro tempo, come coloro che con la propria specifica arte sanno comunicare in maniera globale. La conferenza di Cacciari a Libri Come ripercorre l’esame del Doppio ritratto, illustrando i nessi di un confronto avvincente e complesso che riguarda la fondazione della nostra identità culturale e tre tra le figure più rilevanti della storia culturale universale. La leggenda di un doppio ritratto, per mano di Giotto, raffigurante il pittore e Dante si compie cosi attraverso il racconto che essi fanno di Francesco.