Massimo Cacciari

Sabato 16 Marzo 2013
h. 16:00
Massimo Cacciari

Una produzione Fondazione Musica per Roma

Quale filo sotterraneo permette di accostare San Paolo, che ai primi cristiani annuncia l'arrivo del Messia e il tempo della fine, al Principe forgiato da Machiavelli come modello politico per dare sicurezza all’Italia, dilaniata da forze straniere? Il segretario fiorentino, del cui capolavoro si celebra quest’anno il cinquecentenario, esprime un realismo politico radicale, tutto compreso nell’osservare la “verità effettuale”: è un realismo incompatibile con l’apostolo che predica "la sapienza che non è di questo mondo"? Il Cristianesimo, duemila anni fa, diede all’uomo una libertà tragica, spezzò l’ethos antico e ogni radicamento nella tradizione: come un naufrago gettò l’uomo nel mare in tempesta, lasciandogli un’etica nuova, fondata sul libero arbitrio, e un potere che trattiene, katechon, e frena l’assalto dell’Anticristo. E pure l’uomo di Machiavelli è gettato nel “fiume rovinoso” della fortuna “che ruina gli alberi e gli edifizi”: ma di fronte a questo impeto imprevedibile, “perché il nostro libero arbitrio non sia spento” la virtù può costruire “ripari e argini”, può cioè conquistare e mantenere il potere, a volte crudele ma mai oppressivo, che poggia sul Principe e sul popolo.