Fondazione Musica per Roma presenta
Si chiama "Il Pergolese", il nuovo cd di Maria Pia De Vito, François Couturier, Anja Lechner e Michele Rabbia in uscita l'8 novembre.
Le riletture armoniche e formali e le tessiture strumentali di Couturier, pianista e compositore francese di poliedrici interessi (Tarkovsky Quartet, Anouar Brahem Trio, Michel Portal), stimolano e catalizzano l'incontro di quattro individualità forti di esperienze in territori diversi. Il fraseggio e il suono inconfondibili della violoncellista tedesca, Anja Lechner, solista di vaglia sia in ambito classico, sia in quello della musica improvvisata (collabora, tra altri, con Patricia Kopatchinskaja, Tõnu Kaljuste, Dino Saluzzi e, fino allo scioglimento dell'ensemble, con il Rosamunde Quartett). Michele Rabbia, musicista eclettico e in costante fermento nella sua ricerca sonora dalle più diverse fonti e nelle sue possibili elaborazioni elettroniche e dalla sensibilità delicata e introspettiva che lo rende virtualmente capace di suonare in qualsiasi contesto musicale (da Louis Sclavis a Marylin Crispell). Maria Pia de Vito, cantante jazz da sempre attratta dalle infinite possibilità sonore della voce, i cui interessi si sono rivolti sia alla sperimentazione, sia alle ricerche sulla musica etnica, quella barocca, l'elettronica e il mondo della forma canzone in ogni declinazione (Ralph Towner, John Taylor, Steve Swallow). Il materiale musicale di Pergolesi diviene terreno di coltura per procedure diverse e innesti variegati: il dialogo improvvisativo su tessiture armoniche e strutture fluide e mutevoli, la vocalità barocca ed il canto improvvisato, i dialoghi tra la voce della de Vito e quella strumentale della Lechner, tra suoni acustici, ritmi di pelli, metalli, ed una elettronica aerea e "concreta" che elabora suoni naturali e di sintesi. Aprendo la cornice di pagine liriche dallo Stabat Mater, danze ed arie dalle opere, sonate per violoncello e frammenti di brani strumentali, alla ricerca di una tradizione ancora da inventare. Maria Pia de Vito ha poi elaborato la parte testuale, traducendo in napoletano tra gli altri Fac, ut portem Christi mortem e Quis est homo, qui no fleret, dallo Stabat Mater, selezionando inoltre nella versione originale napoletana Ogni pena più spietata e, da Lo Frate nnamorato, Chi disse ca la femmena e Nun si chella ca io lassaje.