Musica per Roma
Mario Sesti e il pubblico in sala dialogano con Margherita Buy e Stefania Sandrelli.
La prima, alla ripresa del cinema italiano alla fine degli anni '80, si è affacciata come un volto caratteristico dell’inquietudine e del sentimentalismo di fine adolescenza, la seconda si è affermata come uno dei corpi e delle silohuette più inconfondibili della commedia “italian style” degli anni ’60: ma entrambi, Margherita Buy e Stefania Sandrelli, possiedono quella sorprendente capacità di rappresentare sensibilità collettive, costumi, emozioni e ruoli tipici di un’epoca che solo le grandi interpreti ricevono in dotazione grazie alla passione del pubblico e alla capacità di racconto del cinema. La Buy ha coltivato con attenzione un talento naturale nell’esprimersi con il massimo di intensità di fronte alla macchina da presa fino a diventare oggi forse l’attrice preferita dei migliori registi italiani (da Piccioni a Virzì, da Ozpetek a Rubini), la Sandrelli è stata un modello femminile per i grandi autori del cinema italiano fino agli anni '70 (da Germi a Bertolucci, da Pietrangeli a Scola), tra le pochissime di quella grande stagione ad aver trovato un suo significativo spazio anche all’interno del più recente cinema italiano (nei film dell’Archibugi, di Muccino, nel recente esordio di Velia Santella). Entrambi sanno spaziare con eleganza dal dramma alla commedia, entrambi hanno un’identità femminile forte, attraente, ricca di humour e determinazione.