Fondazione Musica per Roma presenta
Promosso dal Comune di Roma Assessorato alle Politiche Culturali
Negli ultimi anni la filosofia è venuta confrontandosi con una soglia antropologica che investe direttamente non solo la categoria di “individuo” elaborata dalla modernità, ma la stessa nozione di “umano”, che accompagna sin dalle origini la vicenda dell’umanismo occidentale. L’uomo risulta essere “antiquato” sotto molteplici profili: rispetto alla potenza della tecnica, in rapporto alla quale l’essere umano sembra essere ormai “vergognosamente” in ritardo; rispetto alle forze incontrollate che lo muovono (la storia, il linguaggio, l’economia, le pulsioni acquisitive o identitarie, i vincoli eteronomi della tecnopolitica); rispetto alla tecnologia che lo “abita” (organi artificiali e chips impiantati direttamente nel corpo umano, che diventa corpo biotecnologico); rispetto alla scoperta del genoma umano, che ha trasformato radicalmente l’immagine del nostro organismo in una sorta di “testo codificato”. Fino a che punto deve spingersi la revoca in questione dei principi portanti dell’antropocentrismo umanistico? E’ ancora pensabile un’etica (e una politica) dopo il venir meno delle classiche distinzioni naturale/artificiale, corpo/mente, libero arbitrio/determinismo, autonomia/eteronomia? Per rispondere a questi drammatici interrogativi è necessario che la proliferante immaginazione scientifica (e fantascientifica) interagisca con una nuova immaginazione filosofica, linguistica e biopolitica.