Lucia Calamaro

Venerdì 05 Marzo 2010
h. 22:15
Lucia Calamaro

Fondazione Musica per Roma presenta

Questo è uno spettacolo di cui ancora ignoro la natura. Soprattutto ora, che definitivamente uscito da me, ha vita propria. So solo che volevo uno spettacolo profondamente tragico che mi si trasforma tra le mani in qualcosa che malgrado me, lo è sempre meno. O diverso da come, nella totale libertà dell’immaginare, mi era apparso. E allora comincio a dirmi che c’è un’ironia che è risultato di desolazione, negazione, privazione, perché cerco di raccontare l’itinerario indicibile di un malato terminale. Rinasce da pochi anni un’antica pratica istituzionale: l’accompagnamento. Rimanda all’Ars moriendi, alle Confraternite della buona morte, agli Hotels-Dieu: come se gestire la morte fosse affare più proprio del Medioevo che di altre epoche. Come se col tempo, oltre che paradossalmente edonistici, fossimo diventati anche immortali. Siamo qui. In un piano d’accompagnamento e di cure palliative di un ospedale X. È il luogo tecnico medico dove vanno a morire i malati terminali. Un posto strano. Ed è qui che vivono la Madre della Paziente e la sua Dottoressa/Dottore.