Istituto psiconalitico per le riceche sociali
Un percorso nel teatro di Sandro Gindro suggerito da Marco Mattolini
Scriveva Pasolini: «La parola in teatro è benedetta due volte: la prima perché è scritta, la seconda perché è detta». Nei lavori teatrali di un originale e poliedrico uomo di cultura e psicoanalista come Sandro Gindro si può forse dire che la parola, centrale nell’analisi come nel teatro, gode di un’ulteriore “benedizione”: quella di essere strumento della conoscenza di se stessi e delle profondità del proprio mondo interiore. “L’odore dell’inconscio” è il titolo dell’ultima opera teatrale di Gindro e non a caso abbiamo voluto chiamare così l’intera manifestazione, in cui "....era una notte di luna" suggerisce un percorso guidato nella consistente produzione teatrale dell’autore, che affianca saggi, composizioni musicali e dà poeticamente conto dell’evoluzione della sua esperienza e del suo pensiero. Cinque creature incatenate sul fondo della scena guardano le ombre proiettate sulla parete della “caverna” di questo mito moderno, convinte di vedere la realtà. Poi, ad una ad una, si staccano e vengono in proscenio a scoprire un’altra faccia di sé stessi. E dunque cinque monologhi "Ma il mio nome è Marylin" (Gennaro Cannavacciuolo), "Deborah, forse" (Gloria Pomardi), "Poliuto e Mafalda" (Maurizio Micheli), "Albino Zero" (Alberto Di Stasio), "Senza titolo II" (Franco Castellano) e una suite di citazioni (Le attese e Cabaret Cabaret) in cui intervengono in diverse combinazioni gli stessi interpeti, per chiudere con “L’odore dell’inconscio”, affidato a tutti e cinque gli attori. Citazioni musicali colte ed extra colte, visuals elettronici grafici, pittorici, fotografici scandiranno e sottolineeranno le varie tappe di questo viaggio. (Marco Mattolini)