Lectio Magistralis di Simon Critchley

Sabato 24 Gennaio 2015
h. 19:00
Lectio Magistralis di Simon Critchley

Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Codice. Idee per la Cultura presenta

Da bambino seguivo una straordinaria serie di documentari scientifici intitolata "The Ascent of Man", condotta dal dottor Jacob Bronowski. L'episodio 11, intitolato "Conoscenza o certezza", cominciò con queste parole: "Uno degli obiettivi delle scienze fisiche è sempre stato fornire un quadro reale del mondo materiale. Nel Novecento, una delle conquiste della fisica è stata la dimostrazione che tale obiettivo è irraggiungibile". Per Bronowski non esiste una conoscenza assoluta e chiunque lo afferma – che sia uno scienziato, un politico o un religioso – spalanca le porte alla tragedia. Ogni informazione scientifica è imperfetta e dobbiamo trattarla con umiltà. Lo stesso vale, a suo avviso, per la condizione umana. Ciò condiziona quel che possiamo sapere, ma è anche, soprattutto, una lezione morale. È la lezione che ci arriva dalla pittura del Novecento, a partire dal cubismo in poi, ma anche dalla fisica quantistica. Tutto ciò che possiamo fare è tendere costantemente a migliorare le approssimazioni di questa realtà sempre sfuggente.
Per Bronowski, tutto ciò implica anche un’importante conseguenza di carattere morale: non bisogna mai giudicare gli altri sulla base di una concezione assoluta e quasi divina della certezza. Tutta la conoscenza, tutte le informazioni che circolano tra gli esseri umani, possono essere scambiate soltanto all'interno di ciò che potremmo chiamare "un gioco di tolleranza", sia nel campo della scienza, che della letteratura, della politica o della religione. Bronowski spiega il concetto in modo molto efficace: "La conoscenza umana è personale e implica responsabilità, è un'avventura senza fine ai margini dell’incertezza". Il rapporto tra essere umano e natura e quello degli esseri umani fra loro può avvenire solo entro i confini di una certa tolleranza. Al contrario, ostinarsi sulle certezze porta ineluttabilmente all’arroganza e ai dogmi basati sull'ignoranza.