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Una produzione Fondazione Musica per Roma
Negli anni sessanta del Novecento, grazie al titolo di un saggio di Herbert Marcuse, si parlava spesso metaforicamente di «uomo a una dimensione». Ma anche letteralmente l’uomo è prossimo ad essere a una dimensione, nel senso che la sua altezza è in media preponderante rispetto alla sua larghezza e alla sua profondità. Diversamente da altri esseri quasi unidimensionali, come i rettili, l’uomo sviluppa però questa sua dimensione preponderante in direzione perpendicolare, invece che parallela, alla superficie terrestre su cui vive. A sua volta la superficie terrestre è prossima a essere un piano, almeno nelle vicinanze e nelle percezioni degli individui che la abitano: non a caso, in origine, la scoperta che la Terra è rotonda ha richiesto una certa sofisticazione intellettuale e ha suscitato un’altrettanto certa avversione viscerale. Non è dunque cosí sorprendente che a qualcuno possa venire in mente di raccontare una storia ambientata su un mondo piatto e popolato di esseri sostanzialmente unidimensionali come i serpenti, o bidimensionali come le tartarughe. Ian Stewart ci racconterà il seguito del classico di Abbott con le sue sorprendenti suggestioni.
a seguire la proiezione del film "Flatland the movie" di Dano Johnson e Jeffrey Travis