La spesa per la ricerca e lo sviluppo di un paese industrializzato si attesta intorno al 2-3% del PIL. A metà dell’Ottocento quella percentuale era prossima allo zero. Poi governi, aziende e atenei hanno creato tutta una serie di istituzioni, laboratori e programmi di finanziamento che con generosi investimenti hanno reso possibile un flusso costante di nuove conoscenze. Per decenni ci si è chiesti se anche le scienze sociali avessero bisogno di un sistema del genere e in effetti dalla fine dell’Ottocento a oggi si sono registrati sporadici tentativi in tal senso. Analogamente alle scienze naturali, le scienze sociali erano sempre fonte di nuove idee. In alcuni periodi – soprattutto negli anni sessanta – le grandi fondazioni statunitensi si sono preoccupate di finanziare programmi di ricerca e sviluppo sociale per elaborare nuovi modelli che i governi potessero adottare e applicare in base alle proprie esigenze. Ma né la teoria né la pratica della R&S sociale si sono mai affermate sul serio. In questa occasione Geoff Mulgan tenterà di dimostrare come – attraverso laboratori, finanziamenti, parchi dedicati alle scienze sociali, esperimenti sul campo e istituzioni che ribadiscano il valore delle nuove conoscenze – le società possano organizzare la ricerca e lo sviluppo in modo più efficace e compiere progressi per la soluzione di molti problemi difficili quali i disturbi mentali, l’isolamento e la disgregazione sociale.