La percezione del rischio e le sue strumentalizzazioni

Sabato 19 Gennaio 2008
h. 11:00
La percezione del rischio e le sue strumentalizzazioni

Fondazione Musica per Roma, in collaborazione con Codice. Idee per la cultura, presenta

Frank Furedi sostiene che il sintomo più vistoso della crescente avversione al rischio, nelle società occidentali, è la versione forte del principio di precauzione: un'innovazione è colpevole finché dimostrata innocente - in caso di dubbi si butta via il bambino insieme all'acqua sporca. Le società che adottano questo comportamento inevitabilmente rischiano la stagnazione tecnoscientifica ed economica. Nonostante queste tendenze, le società avanzate riescono ancora a produrre innovazione e a prendere rischi in maniera positiva. Ma sul piano culturale, la battaglia sembra persa. Furedi cita a esempio gli spot pubblicitari, tutti cieli blu e bambini su prati in fiore...
Quali le percezioni dei rischi? Per dirlo con Paul Slovic spesso le persone comuni e gli scienziati non sono concordi sul rischio. Ma è lecito domandarsi se sia sempre giusto quello che dice lo scienziato o se ci sia anche qualcosa di giusto in ciò che sostiene la gente comune. È vero, tuttavia, che molte volte la gente compie degli errori e spesso non ha tante conoscenze sugli effetti quante ne hanno gli scienziati. La principale differenza, comunque, sta nel fatto che la gente comune non si occupa soltanto degli effetti e dei risultati, ma si domanda anche se una situazione o una decisione sia volontaria o involontaria: è diverso, infatti, se la decisione di fare qualcosa che potrebbe essere pericoloso è presa liberamente o è imposta. Gli scienziati possono darci informazioni sul rischio, ma non possono prendere decisioni sui valori. Il rischio non è soltanto una materia scientifica, ma coinvolge valori. E i valori della gente comune sono anch’essi parte del rischio.