Il metodo scientifico educa a pensare liberamente, a valutare e accettare l’esistenza di punti di vista diversi tenendo conto dell’analisi dei dati e seguendo il principio della tolleranza. Questo è anche il metodo usato in democrazia dove devono essere stabilite regole fondamentali per poter vivere insieme. Questo è il motivo per il quale le discriminazioni nella scienza sono davvero paradossali e incomprensibili. “La fuga dei cervelli”, il “tubo che perde” e il “soffitto di cristallo” sono fenomeni tristemente noti usati per descrivere la difficile condizione che vivono ancora oggi le donne nella scienza. Tutte le barriere e i “divieti d’accesso” che impediscono alle donne di circolare liberamente nella scienza sono contrari al vero spirito scientifico in Paesi civilizzati; in comunità retrograde sono contrari alla democrazia.
Nel 2008 a Parigi 40 Laureate nel Premio L’Oréal-Unesco hanno firmato la Carta dell’Impegno “For Women in Science”, la prima Carta finalizzata a promuovere la scienza e sostenere la causa delle donne. Dopo 10 anni, in questa tavola rotonda noi rimarchiamo che i governi e le istituzioni non hanno ancora incluso i concetti espressi nella Carta nelle loro missioni o nelle loro strategie. Noi chiediamo che le raccomandazioni della Carta siano formalizzate in leggi internazionali che vengano rispettate in ogni ambito accademico e di ricerca. La società ha bisogno dei talenti per il suo progresso culturale ed economico e i talenti – maschili e femminili – hanno bisogno della società per essere liberi di trovare il loro meritato posto nel mondo.