John Nash, Thomas Schelling

Sabato 21 Marzo 2009
h. 16:00
John Nash, Thomas Schelling

Sotto l'alto Patronato del Presidente della Repubblica
Promosso dalla Provincia di Roma
Una produzione Fondazione Musica per Roma

Un confronto fra due menti straordinarie, insignite del Premio Nobel per l’Economia per i loro studi sulla Teoria dei giochi. Da un lato John Nash, il matematico americano dalla vita quanto meno avventurosa resa celeberrima dal film “A beautiful mind”, dall’altro Thomas Schelling, che alla teoria dei giochi ha dato applicazioni di straordinario interesse soprattutto in campo economico. L’incontro intende offrire, oltre alla possibilità pressoché unica di interagire con due delle menti più brillanti del mondo, l’occasione di fare il punto sulle ultime ricerche in un campo, quello della matematica applicata all’economia, di straordinario interesse. Nel 1949, mentre studiava per il suo dottorato, John Nash sviluppò delle considerazioni che 45 anni più tardi gli valsero il premio Nobel. Durante quel periodo Nash stabilì i principi matematici della teoria dei giochi. Il concetto di equilibrio di Nash è forse l’idea più importante nella teoria dei giochi non cooperativa. Se analizziamo le strategie di elezione dei candidati, le cause della guerra, la manipolazione degli ordini del giorno nelle legislature o le azioni delle lobby, le previsioni circa gli eventi si riducono ad una ricerca o ad una descrizione degli equilibri. Detto in altri termini e banalizzando, le strategie di equilibrio sono tentativi di predizione circa il comportamento della gente. Al capolavoro assoluto della letteratura sulla teoria dei giochi, "The strategy of conflict", di Thomas Schelling, scritto nel 1960, fa riferimento la motivazione del premio Nobel assegnatogli nel 2005. Nella sua opera Schelling fornisce, spesso in anticipo di decenni sugli orientamenti della ricerca, un numero impressionante di idee e intuizioni che andranno col tempo a costituire uno degli elementi portanti della ricerca degli ultimi vent'anni. È a Schelling che si deve in particolare l’attenzione al ruolo delle convenzioni nella soluzione dei problemi di interazione strategica: l’introduzione, cioè, di informazioni che hanno il merito di permettere ai soggetti in gioco di coordinare in modo efficace le loro scelte. È così che il contesto sociale dell’interazione fa comparsa nel panorama precedentemente “asettico” della teoria dei giochi.