Là dove giace il cuore...
Note e parole d'esilio
ingresso gratuito - ritiro dei biglietti a partire dal 18 gennaio alle ore 11 presso il Museo degli Strumenti Musicali - Auditorium Parco della Musica
promosso da UCEI - Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Essere deportati, tratti in schiavitù? Scappare dalla guerra e dalla persecuzione? Lasciarsi famiglia e casa alle spalle per cercare di sfuggire a un destino di miseria e sradicarsi lontano? Il 7° Concerto della Memoria, "Là dove giace il cuore. Note e parole d'esilio", si impegna ad illuminare e far risuonare, attraverso la parola e la musica, l'esperienza di tutti coloro i quali ieri e oggi, ebrei e non, hanno condiviso il medesimo destino di separazione, allontanamento e abbandono della propria identità: ebrei askenaziti e sefarditi, armeni, africani deportati come schiavi, italiani e irlandesi imbarcatisi in un passato recente in cerca di fortuna, profughi contemporanei respinti alla frontiera o separati dai figli.
"Si può a lungo discutere su che cosa sia l'esilio" - spiega Viviana Kasam, ideatrice del concerto - "ma la condizione di esiliato è comunque simile per tutti, e lo testimoniano sia le canzoni sia i testi che ho raccolto, con la preziosa collaborazione dello scrittore Edmund De Waal ("Una eredità di ambra e avorio", 2011), che ha recentemente creato la "Biblioteca dell'esilio - Psalm". Sono parole di scrittori e di poeti di origini diversissime, da Dante e Foscolo, a Neruda e Nabokov, a Jabès e Hanna Arendt, da Myriam Makeba al poeta armeno Yeghishe Charents, uniti dall'esperienza di sradicamento e perdita di identità".
"Dalla cacciata di Adamo ed Eva dal Giardino dell'Eden - spiega Marilena Citelli Francese, co-ideatrice dell'iniziativa - la storia di Israel è segnata dalle peregrinazioni e dalla nostalgia per il Paradiso perduto. Dalla deportazione Babilonese, alla schiavitù in Egitto, dalla espulsione dalla Spagna nel 1492, fino alla fuga dai pogrom e dalle guerre nel Novecento, la condizione di esilio e sradicamento ha segnato nel profondo l'identità del Popolo Ebraico, accompagnandone la storia. Ma si tratta di una testimonianza che vale per il mondo intero. L'esilio è una crepa che si impone con la forza degli eventi e si insinua tra l'essere umano e il posto in cui è nato. Una parte importante della cultura occidentale è frutto del lavoro di esuli e di espatriati, e da qui attingiamo i testi che saranno letti durante il concerto".
I testi selezionati saranno letti da Manuela Kustermann e Alessandro Haber, che hanno aderito con entusiasmo all'iniziativa.
Un cast di interpreti internazionali farà rivivere le canzoni composte da musicisti esiliati in epoche e Paesi diversi. Protagonista per il terzo anno del Concerto della Memoria, Cristina Zavalloni, accompagnata dall'ensemble di solisti jazz Lagerkapelle (Vince Abbracciante, Giuseppe Bassi, Seby Burgio, Andrea Campanella, Gaetano Partipilo, Giovanni Scasciamacchia). Le guest stars sono Raiz, protagonista della scena musicale partenopea e interprete della pellicola di John Turturro "Passione" e, dall'Armenia, Gevorg Dabaghyan, considerato uno dei massimi suonatori di duduk, lo strumento nazionale armeno, che farà rivivere la voce del genocidio del suo popolo attraverso le note di Padre Komitas, compositore ed eroe nazionale che trascrisse, salvandole dall'oblio, le musiche tradizionali.
Da Toronto arriva per la prima volta a Roma l'ARC Ensemble (Artists of The Royal Conservatory), tre volte nominato per il Grammy Award e specializzato nella ricerca e nel recupero delle opere di compositori ebrei che fuggirono dalla Germania nazista. Per il Concerto della Memoria l'ARC Ensemble eseguirà brani sinfonici di Walter Kaufman ("String Quartet n°11 - Finale") e Julius Chajes ("Palestinian (Hebrew) Suite"), e di Michael Csanyi Wills "The Last Letter", una canzone composta sul testo della lettera-testamento che sua nonna scrisse per incoraggiare figli e nipoti a lasciare l'Ungheria. Il Coro delle Voci Bianche dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretto da Piero Monti, aprirà il concerto con "Và pensiero", una delle pagine più celebri della storia della musica, paradigma di tutti gli esili. Canti sefarditi ("La Roza enflorence"), afro-americani ("I Be So Glad... When The Sun Goes Down", "Homeland"), armeni ("Dle Yaman"), italiani ("Ma se ghe pensu", "Lacreme napulitane") rievocheranno la condizione dello sradicamento, della nostalgia, della speranza, sentimenti comuni a tutti gli esiliati.
"L'Unione delle Comunità ebraiche promuove per il settimo anno il Concerto della Memoria, con l'obiettivo di maturare senso di appartenenza e responsabilità attraverso la dimensione della musica e dell'arte teatrale" - dichiara Noemi Di Segni, Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - "Il tema dell'esilio, una delle conseguenze meno esplorate della Shoah, vuole generare nei giovani che hanno il privilegio di vivere in tempo di pace e di attraversare l'Europa per libera scelta, la consapevolezza su quanto accaduto ai nostri avi nei secoli. E ripercorrendo le vicissitudini storiche del popolo di Israel, desideriamo stimolare la riflessione su uno dei temi più attuali e più drammatici del mondo contemporaneo".
Il concerto è prodotto da BrainCricleItalia e Musadoc e promosso da UCEI, con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la media partnership di Rai Cultura. Un ringraziamento speciale a Mediocredito Centrale, Salini Impregilo, Acea e Lundbeck Italia per la sponsorship.