Fondazione Musica per Roma presenta
La Fondazione Musica per Roma festeggia i numerosi riconoscimenti ottenuti dal disco prodotto dalla Parco della Musica Records "Francesco Bearzatti Tinissima 4et - X (Suite for Malcolm)” con un grande concerto in Sala Santa Cecilia. Il disco è stato votato dalla giuria del concorso Top Jazz 2010, indetto dalla rivista Musica Jazz, Miglior Disco dell’anno, la formazione Francesco Bearzatti Tinissima Quartet è stata giudicata Migliore Formazione dell’anno, Danilo Gallo è stato votato come miglior bassista. Inoltre altri riconoscimenti sono stati ottenuti per il Jazz It Award: Bearzatti è il vincitore della sezione “Sax Tenore Italia”, il disco è primo classificato nelle sezioni “Miglior album in Italia” e “Miglior grafica dell’album”. Ad aprire il concerto sarà Don Pasta che condurrà il pubblico in un viaggio tra canzoni e letture, poesie e vinili per raccontare il legame indissolubile tra la musica afroamericana e i movimenti di protesta neri degli anni '70. X (Suite for Malcolm) è il nuovo lavoro di Francesco Bearzatti scritto per il suo Tinissima Quartet: un concept album dedicato al leader afroamericano, prodotto dal Parco della Musica di Roma e pensato per il live come progetto multimediale con proiezioni dal vivo, curate da Antonio Vanni, delle illustrazioni di Francesco Chiacchio, realizzate sulle musiche originali di questa Suite. E’ un caleidoscopio di idee e di accenti, che muta continuamente dalle atmosfere più liriche e raccolte alle sonorità più rock, dance, hip hop, composto e arrangiato per esaltare le possibilità espressive di quattro fra i musicisti più ispirati e versatili del panorama internazionale. Malcolm X Suite è un tributo all’uomo che con la sua azione e il suo pensiero ha contribuito a imprimere un cambiamento radicale nel rapporto fra cittadini bianchi e di colore negli Stati Uniti. Il suo messaggio di libertà e dignità è andato ben oltre la difesa dei diritti degli afroamericani contro il segregazionismo in America, nonostante le numerose manipolazioni e le interpretazioni riduttive che ne sono state date. Dall’infanzia a Lansing, nel Michigan, fino a Boston, dove lavora come lustrascarpe e vive il mondo delle sale da ballo e delle grandi orchestre jazz, poi a New York, dove entra nel mondo dei traffici della malavita. Quindi l’esperienza del carcere, dove matura la conversione all’Islam, seguita dagli anni della sua predicazione e il suo attivismo per i diritti degli afroamericani fino al suo assassinio, nel 1965, nel momento in cui il suo pensiero si apriva ad una visione nuova e ampia, libera dai condizionamenti del razzismo e dal nazionalismo nero. Tutto questo è tradotto in una musica intensa e incalzante, fatta di melodie struggenti e di accelerazioni improvvise, nel segno di una fortissima tensione. L’energia che la band riesce a generare è sorprendente: l’assoluta libertà espressiva e l’interplay rodato in più di sessanta concerti in tutto il mondo con la Suite for Tina Modotti fanno di ogni concerto del gruppo un’esperienza musicale difficile da dimenticare, esaltata dalla bellezza e dall’impatto delle immagini. “La storia di Malcolm X è emozionante e profondamente umana” ha detto Bearzatti. “Quando ho iniziato a scrivere avevo in testa la sua vita e volevo raccontarla. Malcolm X e Tina Modotti sono personaggi importantissimi ma non abbastanza celebrati per la loro forza e capacità. Malcolm è una degli uomini più intelligenti e più attivi che abbiano contribuito a cambiare l’aspetto sociale degli afroamericani: mi è sembrato giusto metterlo in risalto, dare un mio contributo per riscoprirlo”. Ad aprire il concerto sarà Don Pasta che condurrà il pubblico in un viaggio tra canzoni e letture, poesie e vinili per raccontare il legame indissolubile tra la musica afroamericana e i movimenti di protesta neri degli anni '70. Mai rivolta fu più musicale, creativa, fatta di blues spassionati, canzoni in falsetto e sassofoni che strillano. Coltrane, Archie Shepp, James Brown, Curtis Mayfield, Nina Simone, influirono sul pensiero collettivo, diedero identità ad un popolo attraverso una rivoluzione per mezzo di malinconiche ballate jazz e funk adrenalinici. Donpasta racconterà di Nina Simone, donna nera, scalza, dalle grandi natiche e la danza leggera. Nascondeva il dolore dietro un sorriso caldo e largo, come portasse con orgoglio la sofferenza di una umiliazione che veniva da lontano. Parlerà di Coltrane, che fece “A Love Supreme” la più grande opera del '900, una volta cancellate le dipendenze dalle droghe. Farà ascoltare Public Enemy Number One, di James Brown, nemico pubblico numero uno. Donpasta si vergognerà dell'uomo bianco, che censurò Billie Holiday, donna fragile, venuta da niente, che per protestare aveva come unico strumento la voce più bella della storia, e con quella, cantò Strange Fruit. “Gli alberi del Sud danno uno strano frutto. Sangue sulle foglie e sangue alle radici. Neri corpi impiccati oscillano alla brezza del Sud. Ecco il frutto che i corvi strapperanno, che la pioggia raccoglierà, che il vento porterà via, che il sole farà marcire, che gli alberi lasceranno cadere. Ecco uno strano ed amaro raccolto”.