Una produzione Fondazione Musica per Roma
Mordecai Richler ha passato grande parte della sua vita di scrittore a dichiarare che i personaggi dei suoi libri, pur condividendo lo stesso ambiente, gli stessi vizi - donne, whisky e sigari in testa - non c’entravano niente con lui. Per la verità non molti, né in Canada né in Italia dopo l’incredibile successo di dieci anni fa, poco prima che morisse, hanno creduto molto a questi distinguo. Barney Panofsky ha finito per coincidere per molta parte col suo creatore, da noi colpa (merito?) anche dell’edizione Adelphi che recava in copertina tanto di fotografia scapigliata e intensa di Richler che ci guardava, da sopra agli occhiali da presbite, già certo di averci irretito con la sua scombinata e folle versione. Come Barney è potuto diventare l’immagine del suo autore? Forse ascoltando la moglie (quindi l’amata Miriam, il suo unico vero grande amore?) e il figlio Richler, lo scrittore cantore di una Montréal ebraica e di una Parigi bohemien, capiremo come quei due settantenni sono diventati un tutt’uno.