Il jazz è la vera, grande rivoluzione musicale del ‘900. Ha inventato nuove armonie, ha dato nuova centralità all’improvvisazione, però senza mai perdere la sua radice popolare, senza spezzare il patto con il pubblico (come invece ha fatto la musica “seria”), e dunque senza cancellare il legame con il corpo, la sensualità, il piacere, il ballo, con la “strada” (Pat Metheny). Anche per questo ha influenzato e ispirato molti musicisti colti così come molti jazzisti si sono formati sulla musica classica. Il concerto propone un percorso musicale irregolare e imprevedibile, tra generi diversi, all’interno del quale può capitare che “Humoresque” di Dvořák diventi “Humour rescue”(“Salva l’humour”). Il ruolo centrale del violoncello - strumento quasi mai utilizzato nel jazz - valorizza questi scambi reciproci.