Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Manfred Honeck direttore
Dvo Sinfonia n. 8
ore 11 - introduzione
ore 12 - concerto
La Grande Musica ad un piccolo prezzo! Rivolti ad un vasto pubblico, i Family Concert sono destinati a giovani, studenti e famiglie che intendono avviare un rapporto "leggero" e vivo con l'esperienza dell'ascolto musicale. I concerti, della durata massima di un'ora e senza intervallo, hanno luogo presso la Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica e sono preceduti da un'introduzione al programma. Un' occasione unica per accedere, ad un prezzo molto conveniente, alla grande Musica.
Questa Sinfonia fu completata da Dvoràk l'8 novembre 1889 a Praga ed eseguita per la prima volta, sotto la direzione dell'autore, presso l'Associazione Artistica della stessa città il 2 febbraio 1890; ebbe subito buone accoglienze e larga circolazione nelle capitali musicali europee, in particolare a Londra (dove fu pubblicata dall'editore Novello) città che predilesse l'Ottava fra tutte le Sinfonie di Dvoràk, non esclusa la più famosa Nona "dal Nuovo Mondo".
Nel 1889 Dvoràk aveva quasi cinquant'anni e voleva farsi sentire in prima persona, senza quell'ossequio alla tradizione germanica e a Brahms in particolare che pure era stato determinante per il suo orientamento; volle dunque, secondo la sua stessa dichiarazione, «scrivere un'opera diversa da tutte le altre Sinfonie, con idee personali e lavorate in modo nuovo». Ma Dvofàk, uomo tranquillo dell'Ottocento, non era fatto per innovare e rivoluzionare; sicché, partito per stranire il linguaggio sinfonico tradizionale lo ha invece familiarizzato, reso intimo e domestico e ha finito così col trovare se stesso, ma da una prospettiva diversa da quella che si era proposto.
Certo, a Vienna qualche professore avrà notato la stranezza di una Sinfonia in sol maggiore che si apre con una frase in sol minore dei violoncelli e dei corni, ma quella frase, così elegiaca e in tono di leggenda, è come un autoritrattodi Dvoràk di fronte alla sua opera appena finita, anzi è Dvoràk stesso che incomincia a raccontare la Sinfonia dall'antefatto, che è poi la sua natura slava, la sua memoria, cioè quanto di più sentito aveva in sé.