Fabio Volo “Come scrivo i miei libri”

Venerdì 26 Marzo 2010
h. 10:00
Fabio Volo “Come scrivo i miei libri”

Una produzione Fondazione Musica per Roma
in collaborazione con Centro per il Libro e la Lettura, Radio3

L’immagine è quella del ragazzo della porta accanto che prova a raccontare l’Italia qualunque, quotidiana. Fabio Volo, meglio ancora fabiovolo, è tante cose: il deejay, il conduttore radio televisivo, l’attore, ma la cosa che colpisce di più i commentatori dei giornali, i critici, è il fatto che lui scriva. Scrive libri, non di barzellette o di mera trascrizione dei suoi successi in tivù. Libri in cui fabiovolo racconta di Federico, di Michele, di Francesca, di Giacomo, di Sophie, di Lorenzo, di trentenni italiani di oggi che hanno tutti qualcosa del loro autore, fratelli o amici ideali del più famoso ex panetterie d’Italia. Libri che si scoprono fra i più esposti nelle letture in metropolitana, pagine in cui un malinconico giovane maschio italiano, in prima persona, racconta i suoi timori, gli amori, il lavoro, i rapporti coi genitori.
Storie se vogliamo abbastanza convenzionali, ma intessute di quella normalità che è la vita di quasi tutti. Come scrive i libri “il non scrittore” fabiovolo, quello che sa parlare ogni volta a qualche milione di ragazze e ragazzi?

The image is that of the boy next door who tries to tell the story of the ordinary, everyday Italy. Fabio Volo, or rather fabiovolo, is many things: deejay, radio and television presenter, actor, but the thing that newspaper columnists and critics find most striking is that he writes. He writes books, not joke books or mere transcriptions of his TV successes. Books in which fabiovolo talks about Federico, Michele, Francesca, Giacomo, Sophie and Lorenzo, today’s thirty-something Italians who all have something of their author in them: the brothers and sisters, or ideal friends of the most famous ex-baker in Italy. The books that have turned out to be among the most frequent that you see being read on the underground, pages in which a gloomy young Italian recounts at first hand his fears, loves, work and relationship with his parents. Stories that may be quite conventional, but that are interwoven with the normality of nearly all our lives. How does he write such books, this “non-writer” fabiovolo, who manages to speak to millions of young people every time?