Una produzione Fondazione Musica per Roma
Un dialogo sulla democrazia è una scommessa non da poco, sia per la sterminata letteratura che incombe sui dialoganti, sia per la pluralità di declinazioni nazionali che nonostante tutto, pure in epoca di globalizzazioni, modificano – a volte inficiano – l’analisi e il funzionamento del modello democratico. Il concetto, che nella forma moderna ha gettato le sue basi poco più di due secoli fa, è sottoposto a continue prove di stress, per esempio l’onnipotenza del potere economico e l’invasività del potere mediatico, soprattutto in epoca di debolezza delle altri tradizionali ideologie, spinge a ridefinire ogni volta i contorni e i valori non trattabili di un sistema democratico. Il settimanale The Economist, in un epoca dove trionfa la misurazione di ogni cosa, ha messo a punto un indice, il Democracy index appunto, che al rilevamento del 2010, su 167 nazioni e su una scala da 1 a 10, indica la Norvegia come prima a 9.80 e la Corea del Nord come ultima a 1.08, l’Italia sta a 7.83 al 29mo posto, segnalata come “democrazia imperfetta”. In attesa della prossima misurazione, proprio nel 2012, Libri Come ospita (e aggiorna alla luce dei tanti interventi suscitati dall’uscita del loro libro) il dialogo fra il direttore di Repubblica, Ezio Mauro e il giurista, presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, dove si scopre che non solo la discussione sulla democrazia riguarda la partecipazione politica, la libertà e l’uguaglianza ma pure un concetto più complesso e personale come quello di felicità.