Eredità Wuppertal presenta, per la prima volta in Italia, tre opere di ballerini-coreografi plasmati dal Tanztheater Wuppertal, ensemble fondato e diretto dalla coreografa-regista Pina Bausch, "grande madre” del teatrodanza contemporaneo, scomparsa nel 2009. Adozione del gesto quotidiano nel tessuto coreografico, trasversalità dei linguaggi, immaginario onirico, annullamento del diaframma tra il dentro e il fuori del teatro, idea del corpo scenico come erogatore di emozioni, messa a punto di un sistema d’improvvisazione basato anche sul vissuto degli interpreti: questo e altro ha significato l’avvento di Pina Bausch, che ha influenzato molti coreografi e registi del nostro tempo. Ovviamente gli artisti più condizionati sono stati (e sono) i suoi danzatori, alcuni dei quali si sono sviluppati creativamente proprio grazie al rapporto di lavoro diretto con la geniale autrice. Che cosa hanno generato le esperienze nel Tanztheater Wuppertal? C'è un mondo di segni, o uno stile, definibile come un peculiare patrimonio di Pina? Sono questi gli interrogativi fondamentali posti dal progetto "Eredità Wuppertal", piccola maratona di coreografie firmate da ballerini (attuali o ex) del Tanztheater Wuppertal: l'italiano Damiano Ottavio Bigi, la francese Raphaelle Delaunay e il colombiano Jorge Puerta Armenta, autore di un assolo per il performer Pablo Aran Gimeno. Pur nelle differenze, vi si scorgerà la memoria di Pina: il suo humour, la sensualità dei suoi movimenti, l'orientamento della danza come viaggio nell'io e una particolare relazione con musica e spazio. Ma l'eterogeneità di questa trilogia mostra anche che i trascorsi “bauschiani”, per ogni danzatore che abbia attraversato il mito del Tanztheater, hanno saputo stimolare una ricerca autonoma e un’apertura verso prospettive originali.