Enrico Rava Quintet, Paolo Silvestri Ensemble

Domenica 09 Novembre 2008
h. 21:00
Enrico Rava Quintet, Paolo Silvestri Ensemble

Fondazione Musica per Roma e Roma Jazz Festival presentano

Enrico Rava festeggia i suoi settant’anni, di cui quaranta passati a girare il mondo con la sua tromba. «Suona solo le note necessarie. Le altre cerca di non suonarle». Questo fu quello che João Gilberto disse ad Enrico Rava, una volta a New York, verso la metà degli anni’70. Lezione che Rava imparò così tanto, da essere considerato, negli anni a venire, uno dei talenti più acclarati della scena jazz internazionale. E da “Il giro del giorno in ottanta mondi”, primo album a suo nome, n’è certamente passato del tempo. Il viaggio di Enrico Rava in giro per il mondo ha attraversato stili, molteplici modalità espressive e mondi diversi tra di loro. Fu uno dei primi talenti italiani a varcare l’Oceano per rimanervi circa 10 anni. Uno dei primi a sperimentarsi, confrontarsi con i più grandi. Da Don Cherry, Mal Waldron e Steve Lacy, a Lee Konitz, Richard Galliano e Joao Gilbert. Alla fine, il totale dei dischi, almeno sino ad oggi, arriva più o meno a novanta, di cui circa venticinque a suo nome. Dice del suo stile “Non sono un improvvisatore - la gara sugli accordi, quelle cose lì, no, non sono io. Io credo, spero, mi illudo di essere un raccontatore”. Rava decide di raccontarci il suo mood, che ha molteplici sembianze, suoni e colori. Dal free jazz, sino alle ballad più liriche che si siano mai potute comporre. E’ d’obbligo ascoltare la sua versione di “My Funny Valantine”, che tanto caratterizzò la storia musicale di un suo grande modello ispirativo, tale Chet Baker. Così come non si può fare a meno di ascoltare la sua “Milestones”, uno dei brani simbolo di Miles Davis, altro suo punto di riferimento. Ad accompagnarlo, l’emsamble di Paolo Silvestri, che collabora con Rava dal 1996. Silvestri è compositore instancabile, ma anche ottimo pianista, seppur riluttante. Preferisce la partitura e la direzione di big band o di agili ensamble. Un concerto che promette di restituire per intero tutti gli innumerevoli mondi di Rava. Un viaggio iniziato 40 anni addietro, che non accenna ad arrestarsi. Come recitava il titolo di una ballad di Chet Baker, “You can’t go home again”. Fortunatamente per noi.