Una produzione Fondazione Musica per Roma
“Quando mi occupo di un argomento, mi piace aggredirlo da più fronti. Avevo cominciato a scrivere delle prime comunità cristiane quando mi è venuta l’idea di fare, in parallelo, un reportage su che cos’era diventata la loro fede duemila anni dopo, e a tal scopo di iscrivermi a una di quelle crociere sulle orme di san Paolo che organizzano le agenzie specializzate in turismo religioso”. Prendiamo questo passo da Il Regno è assumiamolo un po’ come “il metodo Carrère”, la sua strategia narrativa per avvicinare macroeventi (qui il cristianesimo delle origini, in Limonov la storia della Russia, lo tsunami in Vite che non sono la mia) a fatti privati della sua biografia (l’origine russa di sua madre, sempre in Limonov, la sua conversione al cattolicesimo per un periodo della sua vita ne Il Regno); il bilanciamento, l’ibridazione di queste due entità, soprattutto quando è al meglio, produce i libri più riusciti di questo autore, fra i più attesi a questa edizione di Libri come. Partendo dal tentativo di spiegare uno dei libri cardini della fede cristiana (e dell’intero Occidente), Il vangelo di Luca: “che sostiene di aver fatto un’inchiesta, e io cerco si seguire questa inchiesta” e mettendo insieme il Carrère di una ventina d’anni fa, uno che per tre anni ha creduto a quei dogmi, che andava in chiesa tutte le mattine e che annotava minuziosamente le pagine delle scritture, ecco il nuovo Carrère tra la Roma dei primi decenni dopo Cristo e i fatti della sua vita, in entrambi i casi nel tentativo di spiegare cos’è la fede.